La Nuova Sardegna

Acquisti su internet. Per l’associazione dei consumatori si tratta di una vera truffa

«Truffe on line: non pagate»

Elia Sanna
Il segretario Adiconsum Giorgio Vargiu
Il segretario Adiconsum Giorgio Vargiu

L'Adiconsum avvisa i clienti del sito Italia-programmi

06 ottobre 2011
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 ORISTANO. Nonostante la sospensione e la pesante sanzione decisa dall'Antitrust nel mese di agosto la società "Estesa Limited", con domicilio fiscale nelle isole Seychelles, continua a pubblicizzare sul web il proprio sito www.italia-programmi.net.  Il risultato è che centinaia di utenti continuerebbero ad essere truffati dalla pubblicità ingannevole del sito internet, dal quale si possono scaricare programmi free. Dalle indagini effettuate è invece emerso - come già spiegato nell'articolo pubblicato ieri - che dal sito si possono effettivamente scaricare dei programmi gratuitamente, ma poi a sorpresa arriva la fattura relativa ad un abbonamento biennale che chiede il pagamento del servizio fornito.  Le decine di segnalazioni presentate alla polizia postale confermano quindi che i responsabili della società avrebbero ignorato nuovamente le disposizioni emanate dall'autorità di garanzia. «La vicenda era stata denunciata anche da noi - ha ricordato il presidente regionale dell'Adiconsum, Giorgio Vargiu -. Avevamo inquadrato il caso non solo quale pubblicità ingannevole, ma avevamo ritenuto che ci fossero tutti gli elementi per configurarne anche il reato di truffa. La società dovrà chiarire sul suo sito che si tratta di un servizio a pagamento e dovrà sospendere ogni attività di sollecito del pagamento del presunto abbonamento annuale».  Giorgio Vargiu ha ricordato anche che l'Antitrust aveva avviato nello scorso mese di luglio un'istruttoria per pratica commerciale scorretta nei confronti della Società, i cui titolari sono italiani, alla luce delle numerose segnalazioni di singoli cittadini e di associazioni dei consumatori.  In soldoni, l'utente una volta inseriti i propri dati sottoscriveva, sostanzialmente a sua insaputa, un contratto biennale con la società per la fornitura di software al costo annuale di novantasei euro da pagare anticipatamente una volta l'anno.  «In sostanza il consumatore era indotto a credere che si trattasse di un servizio gratuito, ma così non era - ha ripreso Giorgio Vargiu -. Per questi motivi invitiamo i cittadini, rimasti vittima di questa vicenda, di rivolgersi presso i nostri uffici per potersi tutelare. Abbiamo già disponibili i moduli per inviare le raccomandate di contestazione. Come ho già più volte sostenuto noi suggeriamo in questo caso di non pagare alcuna cifra. Dobbiamo contestare quel contratto invitando la Società a presentarsi in Italia ed affrontare nei tribunali italiani il contenzioso legale. Un altro suggerimento che rivolgo agli utenti - ha concluso Giorgio Vargiu - è quello di evitare possibilmente un'eventuale conciliazione con la Camera di Commercio perché questo comporterebbe ulteriori pagamenti».
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