La Nuova Sardegna

Mediterraneo in noir

Michele Spanu
Un momento dell’incontro con gli scrittori alla serata inaugurale del festival
Un momento dell’incontro con gli scrittori alla serata inaugurale del festival

Festival a Sassari. Tra rotte turistiche e traffici internazionali

08 ottobre 2011
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C'è un Mediterraneo in versione solare, fatto di barche a vela, spiagge e buona cucina. Ma c'è anche un mare dove vanno in scena colossali traffici di armi, operazioni di riciclaggio di denaro sporco e migliaia di affari poco trasparenti sotto la regia della criminalità organizzata. Se per vedere il Mediterraneo solare basta accendere la tivù e scegliere uno tra i mille programmi dedicati al racconto delle bellezze del Mare Nostrum, per riuscire a intravedere il lato oscuro del Mediterraneo, invece, la strada da seguire è più difficile. Ad esempio, spegnere la televisione e fare un salto in libreria per appassionarsi alle storie che compongono il festival del giallo e del noir in corso a Sassari.

La rassegna ha avuto inizio giovedì pomeriggio con un incontro fra tre scrittori protagonisti di questo genere: il torinese Enrico Pandiani, la catalana Margarida Aritzeta e il padovano Massimo Carlotto, i quali hanno raccontato al pubblico del Teatro Civico i loro racconti nel corso di un dibattito con l'ex deputato (e ora giallista) Valerio Calzolaio e il preside della facoltà di Lettere Aldo Maria Morace. «Ancora oggi è aperta la guerra tra i critici sul significato delle varie definizioni di giallo, noir o poliziesco - ha detto Pandiani, autore di «Lezioni di tenebra» - ma tutti sono d'accordo sul fatto che nel bacino del Mediterraneo questo stile di scrittura, a partire dalla Marsiglia di Jean Claude Izzo, ha incontrato una interessante variante che è stata utilizzata con successo da decine di scrittori per raccontare storie fatte di misteri, delitti e indagini».

Carlotto, uno dei padri di questo genere, spiega che nell'identikit per identificare il noir mediterraneo non può certo mancare l'aspetto della denuncia. «Tramite una storia si può far riflettere il lettore sugli aspetti più torbidi della società. E il Mediterraneo, luogo fatto di contraddizioni, è una delle ambientazioni ideali per questo genere di misteri».

Nel suo ultimo romanzo «Alla fine di un giorno noioso», infatti, si assiste al ritorno di Giorgio Pellegrini dieci anni dopo il successo di «Arrivederci amore ciao»: il protagonista ora parla candidamente della politica come un «crimine creativo». «Tra la società e le organizzazioni criminali è sempre più presente la figura del faccendiere che, tramite i giusti agganci, permette alla criminalità di radicarsi nel territorio. Nel nord-est, questo radicamento avviene tramite la corruzione politica», ha raccontato Carlotto.

La scrittrice catalana Margarida Aritzeta, invece, si è dedicata a raccontare nel suo primo romanzo tradotto in italiano, «La valigia sarda», una storia fatta di libri antichi a cavallo tra la Catalogna e la Sardegna centrale. Il protagonista va alla ricerca della verità su un delitto: un'indagine che lo porterà a Nuoro e Orgosolo, sulle tracce della leggenda del tesoro di Diego Moro, attraverso la faida tra le famiglie Cossu e Corraine. E anche qui la realtà entra a pieno titolo.

L'Aritzeta ha raccontato infatti che per lei è stato impossibile fare una presentazione del suo libro a Nuoro perché tra le pagine del racconto si entra in una ferita viva, quella della faide che un secolo fa hanno insanguinato la Barbagia. Stasera l'appuntamento finale: alle 17,30 Alessia Gazzola, Margarida Aritzeta, Enrico Pandiani, Luciano Marrocu e Jacques Expert discutono dei loro romanzi con Luigi Caracciolo. Alle 19 la premiazione dei vincitori nel cortile del Palazzo della Provincia.
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