La Nuova Sardegna

Mesina: «Non fate i miei errori»

Piero Marongiu
Graziano Mesina e gli Istentales al liceo Galilei (Moscatelli)
Graziano Mesina e gli Istentales al liceo Galilei (Moscatelli)

Macomer, cento liceali faccia a faccia con l'ex bandito

08 ottobre 2011
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 MACOMER. Gli occhi sono quelli di sempre: lucidi e penetranti. Non si fermano neppure un istante e spaziano in ogni direzione. Parla con foga Grazianeddu, al secolo Graziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo di oltre quarant'anni fa. Ma non è più lo stesso di allora.  E fa di tutto per far capire a una platea composta da un centinaio di liceali, che infrangere le barriere della legalità non conduce da nessuna parte. Anzi, porta a una vita di sofferenza e umiliazione. Una vita durissima quando a pagare sono quelli come lui, figli di povera gente che a causa di una giustizia che stenta ad arrivare, decidono, sbagliando, di farsi giustizia da sé. Mesina, nel messaggio agli studenti del liceo, classico e scientifico Galilei di Macomer, ha precisato che non ci tiene a dare lezioni di morale a nessuno, tantomeno ad assurgere al ruolo di maestro. Il dialogo tra l'ex primula rossa del Gennargentu e gli studenti si è rivelato subito vero. Dure le domande dei ragazzi, qualcuna posta anche a muso duro. Altrettanto schiette le risposte. «Ho sbagliato - ha detto Mesina - e ho pagato le conseguenze dei miei errori. Ma chi dice che la struttura carceraria italiana è deputata alla rieducazione e riabilitazione dice cose non vere sapendo di dirle. La gran parte delle carceri italiane sono luoghi in cui, oltre che della libertà, si viene privati della dignità».  A una ragazza che gli ha fatto notare che le sue nove evasioni sono state in contraddizione con quello che ha detto, perché, per pagare il suo debito con la società sarebbe dovuto rimanere in carcere, Mesina ha replicato che quelle fughe nascevano dalla volontà di sfuggire alle umiliazioni del carcere. «Essere reclusi - ha aggiunto - non significa perdere il diritto al rispetto in quanto uomini».  L'incontro di ieri mattina è il frutto della sensibilità dei ragazzi verso il mondo dei detenuti, conosciuto attraverso il libro scritto da Luciano Piras "Liberi dentro". Il racconto di un tour, se così si può definire, del gruppo musicale nuorese "Istentales" in molte carceri sarde e della penisola, che racconta storie e speranze di tanti detenuti.  Gli studenti del liceo macomerese, di loro iniziativa, hanno predisposto una colletta, alla quale hanno aderito anche molti insegnati, che ha fruttato oltre settecento euro, e che sono stati consegnati alla band barbaricina, perché proseguano nel loro impegno verso i detenuti.  «I ragazzi sanno bene che la libertà è il bene più prezioso che hanno - ha detto Gavina Cappai, dirigente scolastico - ed è giusto tenerselo caro. Sanno bene che chi varca le soglie della legalità ha diritto a una seconda opportunità ma, sia chiaro, dopo aver pagato il proprio debito con la società».  Nella fattoria Istentales, in questo momento, nell'ottica del reinserimento attraverso il lavoro sono impiegati quattro ragazzi minorenni, tutti sardi. Con i soldi ricevuti grazie alla colletta degli studenti, gli Istentales, nel prossimo mese di aprile, visiteranno il carcere milanese di San Vittore.
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