La Nuova Sardegna

«Non tagliateci anche la dignità»

Lo sciopero della sanità nuorese (Cossu)
Lo sciopero della sanità nuorese (Cossu)

Centinaia in piazza per lo sciopero generale della sanità nuorese

08 ottobre 2011
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 NUORO. Non si può affermare che quella di ieri mattina sia stata una «lunga marcia», perché dalla sede della Prefettura a quella dell'Asl ci saranno al massimo 200 metri. Né era attesa una manifestazione oceanica, anche perché centinaia di lavoratori dell'azienda sanitaria ieri hanno comunque dovuto lavorare per garantire l'assistenza ai pazienti. Ma c'erano le rivendicazioni, quelle dei sindacati più rappresentativi, che non sono sorte negli ultimi tempi.  Quelle che denunciano Cgil, Nursind e Cisl sono situazioni e rivendicazioni molto spesso vecchie di anni. Tutto questo, però, non vuole dire che gli infermieri e gli operatori socio-sanitari non abbiano avuto tante buone ragioni per partecipare allo sciopero generale della sanità nuorese e alla giornata provinciale della salute.  Alle 9,30 davanti alle Prefettura si sono dati appuntamento in centinaia. Oltre ai leader sindacali, provinciali e di categoria, significativa la presenza dei sindaci dell'interno, tra cui quelli di Tiana, Ovodda, Sorgono, Olzai, Teti e Austis. Protestano per la chiusura del punto nascita nel presidio ospedaliero di Sorgono: "La Barbagia e il Mandrolisai non sopportano di essere presi a pesci in faccia", è stato scritto in un cartellone, forse senza ironia, da qualche abitante del cuore montuoso dell'isola. C'era anche don Pietro Borrotzu, della pastorale per il lavoro, e si fanno vedere alcuni consiglieri regionale del centrosinistra e assessori provinciali. In prima fila avanza lo striscione del "Comitato vincitori e idonei concorso operatori socio-sanitari Asl 3 Nuoro. Diritto al lavoro cancellato". Protestano per aver vinto un concorso che l'Asl pensa di annullare. Ci sono anche i pensionati, i più numerosi tra gli iscritti al sindacato, che reclamano "dignità".  Il comizio si è svolto davanti alla sede dell'Asl. E per amplificare i discorsi dei leader sindacali, saliti sul cassone di un camioncino a cui si è data dignità di palco, si "prende in prestito" l'energia elettrica dalla stessa Asl. Il primo a parlare è il leader della Cgil Gianfranco Mussoni: «Quella sulla sanità è una vertenza che dura da troppo tempo e che coinvolge tutti». Mussoni si scaglia contro il Governo, «lontano dalle esigenze delle persone in difficoltà», e la Regione, «che punta a concentrare le strutture ospedaliere su Cagliari e Sassari, ridimensionando il servizio sanitario nuorese». Michelangelo Gaddeo (Cgil) ha sottolineato le carenze di personale: «Mancano 100 infermieri e 180 assistenti socio-sanitari», mentre Giovanni Sedda (Cisl) ha spiegato che «500 infermieri sono rimasti in ospedale per assistere i malati. Ma lavorano con un adesivo attaccato al camice che ricorda che comunque aderiscono allo sciopero». A sua volta Graziella Tuffu ha parlato in rappresentanza delle «249 persone che hanno vinto o sono risultate idonee al concorso per operatore socio-sanitario che l'Asl vuole annullare perché ha ricevuto da qualche concorrente alcune segnalazioni, del tutto infondate, su presunte irregolarità». Due giorni fa i concorrenti hanno presentato ricorso al Tar contro l'Asl. Lo sciopero è concluso dal leader della Cisl Ignazio Ganga, che ha ricordato i motivi dello sciopero. Ovvero: bloccare il ridimensionamento della sanità nuorese e il declino del terzo polo sanitario sardo; mancanza di un confronto con la direzione aziendale; la carenza del personale, l'aumento delle prestazioni aggiuntive, i carichi di lavoro, le lunghe liste d'attesa, «conosciute nel Nuorese come le liste della vergogna», e la richiesta di realizzare un'azienda ospedaliera che comprenda i due presidi di Nuoro (San Francesco e Zonchello), Sorgono e Macomer. Infine il segretario del Nursind Mauro Pintore fornisce i dati sul personale del San Francesco: nell'ospedale nuorese lavorano 241 infermieri ma, secondo i calcoli della Regione basati sui numeri di posti letto e di pazienti, dovrebbero essere 328; gli operatori socio-sanitari sono 21 invece che 116. Solo al San Francesco, dunque, mancano 87 infermieri e 95 operatori.
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