La Nuova Sardegna

Il prefetto convoca azienda e sindacati: gli operai dovranno ricevere gli arretrati «entro pochi giorni»

Tecnochem, diritto agli stipendi

Erminio Ariu
Tecnochem, mediazione del prefetto sulla vertenza ma prosegue la mobilitazione degli operai
Tecnochem, mediazione del prefetto sulla vertenza ma prosegue la mobilitazione degli operai

Sì anche alla cassa integrazione ma la mobilitazione continua

14 ottobre 2011
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 IGLESIAS.Il prefetto di Cagliari, in veste di arbitro super partes, ha riconosciuto ai 18 dipendenti della Tecnochem di Iglesias, il diritto a percepire, entro limiti di tempo ragionevoli ed accettabili, gli stipendi arretrati. L'incontro a cui hanno partecipato l'azienda (confortata dalla presenza di Confidustria) e i sindacati ha confermato la necessità che ai lavoratori vengano corrisposti gli stipendi di agosto e settembre e venga loro riconosciuta la cassa integrazione.  Una richiesta a cui la Tecnochem ha dato una prima anche se parziale risposta, pagando nei giorni scorsi il primo degli stipendi arretrati, quello di luglio, e fecendo altre aperture.  Ma il dato importante dell'incontro di ieri in Prefettura è che il manifesto delle rivendicazioni, esposto dai manifestanti davanti al cancello d'ingresso della fabbrica ha avuto l'imprimatur del prefetto e all'azienda non è rimasto altro che riconoscere che farà ogni sforzo per onorare gli impegni. Ma è anche ripreso il dialogo tra Tecnochem e sindacati. Questa volta i vertici aziendali hanno dimostrato maggior disponibilità ad aprire un confronto e il sindacato, nonostante non abbia avuto ancora la certezza sulle promesse, ha ammesso che il dialogo è stato avviato.  «Non poteva che concludersi in questo modo l'incontro con il prefetto - ha precisato al termine del vertice Francesco Carta, segretario generale delle Filtcem Cgil. - Ci sono operai che hanno prestato servizio per mesi e hanno diritto ad essere retribuiti. Ora si dovrà anche verificare come è stata richiesta la cassa integrazione. Ci sono molti aspetti da chiarire come i buoni pasto e le quote sindacali che l'azienda dovrà versare alle organizzazioni sindacali».  Di fatto è crollata in ogni caso quella parete di intransigenza che ha imposto ai lavoratori di sistemare tende e gazebo davanti al cancello d'ingresso. Da oltre 20 giorni gli operai preparano striscioni, fanno esplodere mortaretti, ballano e cantano al ritmo della musica, richiamando l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro disperata vicenda. Non è stato stabilito quando saranno pagati gli stipendi e pertanto le condizioni economiche dei lavoratori, nell'immediato, non andranno a migliorare. Preoccupa, oltre ai mancati incassi degli stipendi, il futuro dei lavoratori. La fabbrica è praticamente bloccata e il presidio davanti ai cancelli proseguirà finchè tutto sarà riportato alla normalità. I lavoratori non accetteranno mai eventuali sostituzioni in caso di riavvio dell'attività produttiva. «Non accettiamo supplenze - hanno evidenziato anche ieri mattina i manifestanti. - Appena ci saranno le condizioni saremo pronti a rimboccarci le maniche per proseguire gli impegni lavorativi all'interno della fabbrica».
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