La Nuova Sardegna

Questuanti con la pettorina, è rivolta

Valeria Gianoglio
Controlli della polizia. A sinistra, l’incrocio dell’ospedale San Francesco
Controlli della polizia. A sinistra, l’incrocio dell’ospedale San Francesco

Controlli della polizia. Le associazioni di volontariato: occhio a chi date le offerte

15 ottobre 2011
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 NUORO. Pettorina fosforescente, volto tra l'irato e il birichino, alla vista dell'automobilista di turno, quasi sempre davanti ai centri commerciali, agitano il dito, lo fermano spesso in strada, e gli chiedono: «Non ha letto il cartello? Ce la dà un'offerta?». Sono ricomparsi, tra le strade di Nuoro, i questuanti con la pettorina. E in città scoppia il caso.  Piovono le segnalazioni, le associazioni di volontariato "canoniche" e le forze dell'ordine invitano tutti i cittadini a tenere gli occhi aperti e ad accertarsi dell'identità dei questuanti e delle sigle che sbandierano, prima di donare generosamente prezioso contante. L'ipotesi, che al momento rimane tale, è quella che dietro vi sia una truffa bella e buona. Sulla vicenda, del resto, vi sono alcune inchieste giudiziarie in atto a livello nazionale. Un servizio tv delle «Iene», qualche giorno fa, ne aveva svelato un lato quanto meno sospetto: che la sede di una di queste associazioni benefiche, o sedicenti tali, risiedesse in un negozio che nulla aveva a che fare con malati di sclerosi multipla, case di cura per bimbi, ricerca sul cancro e altri serissimi argomenti che diversi gruppi, anche a Nuoro, affrontano da anni con tenacia e passione.  I controlli della polizia. La questura barbaricina, dal canto suo, allarmata da diverse segnalazioni, qualche mese fa aveva mandato le Volanti davanti a un grosso negozio cittadino, aveva fatto un rapido controllo del curriculum dei questuanti e scoperto che quanto meno un gruppetto di loro aveva collezionato diversi guai con la giustizia, in Campania. Ma in mancanza di denuncia di parte circa un'eventuale truffa - lo ricorda il dirigente della squadra mobile, Fabrizio Mustaro, «in caso di dubbi o sospetti, avvisare il 113» - non aveva potuto fare altro che fermare i questuanti con la pettorina con una sanzione per intralcio della circolazione stradale e occupazione del suolo pubblico. Un mesetto fa, addirittura, in molti avevano visto i pettorina-boys fermare il traffico poco più avanti dell'ospedale San Francesco, all'incrocio con la strada che porta al colle di Biscollai. Solita tecnica e pettorina d'ordinanza, con fare deciso i giovinotti avevano bloccato diverse auto man mano che passavano per chiedere la consueta offerta per una certa associazione. Erano stati così invadenti da creare un mega ingorgo. In quel caso, era stata avvisata la polizia stradale. Il gruppetto, poi, era sparito nel nulla ma con un mucchio di euro in tasca. E in molti, a dire la verità, avevano tirato un sospiro di sollievo. In questi giorni, però, si è fatto rivedere. La questura ha fatto nuovi controlli.  Le associazioni. Ma stavolta, a mobilitarsi, sono anche le associazioni che da anni animano il mondo del volontariato nuorese. In mancanza di prove, nessuno di loro lancia accuse, ma tutti, indistintamente, invitano alla prudenza e prendono le distanze dal metodo-pettorina anche perché piuttosto invasivo. «Non abbiamo mai mandato nessuno in giro, né tantomeno in strada, a chiedere soldi - dice Leone Soddu, responsabile provinciale dell'Ail, l'associazione italiana leucemie - e invito tutti a stare attenti a chi si consegnano le donazioni. Qualche tempo fa mi avevano avvisato che alcuni nuoresi avevano ricevuto telefonate da parte di persone che si sbandieravano per soci Ail. Per questo ho deciso di distribuire il mio numero di telefono e di invitare tutti a chiamarmi nel caso di dubbi o sospetti». Anche la presidente nuorese del Lams, la libera associazione sclerosi multipla, Giulia Paolillo, prende le distanze dalla questua per strada e con sistemi molesti. «Altro che pettorina - dice - noi ci finanziano solo con metodi diversi: con il tesseramento, che dà diritto a diversi servizi come la fisioterapia, e con la vendita di oggetti. Tutti i nuoresi devono stare attenti a coloro che, invece, si approfittano della loro generosità».  La responsabile provinciale dell'Aism, l'associazione italiana sclerosi multipla, invece, ha avuto un "incontro ravvicinato di terzo tipo" con i questuanti con la pettorina. «Mi è successo alcuni giorni fa - racconta - ero in macchina, stavo andando a fare la spesa, quando ho visto un uomo che mi fermava chiedendomi un'offerta per una certa associazione. Gli ho chiesto di farmi vedere qualcosa che attestasse la presenza di questa associazione, un tesserino o qualcosa del genere. Quello ha parlottato con un amico e si è defilato. La gente deve tenere gli occhi aperti. Noi utilizziamo iniziative consolidate e trasparenti per finanziarci».  

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