La Nuova Sardegna

Crisponi: «Un'estate da lacrime e sangue»

L’assessore al Turismo Luigi Crisponi ha ufficializzato le cifre della stagione turistica appena conclusa
L’assessore al Turismo Luigi Crisponi ha ufficializzato le cifre della stagione turistica appena conclusa

L'assessore analizza i dati, 400mila presenze in meno per l'effetto del caro-traghetti

20 ottobre 2011
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 CAGLIARI. Quattrocentomila presenze in meno. La Sardegna quest'estate è andata in rosso. «C'era da aspettarselo», dice l'assessore al turismo, Luigi Crisponi, nell'ufficializzare una stagione da «lacrime e sangue». Colpa di chi? Gli imputati lui li mette in fila, a seconda del peccato che hanno commesso: «Prima di tutto il caro-traghetti. Subito dopo la crisi economica. Infine, ha scricchiolato la nostra competitività».  Se il 2010 era stato di sopravvivenza, con un meno trecentomila nelle presenze, quest'anno è andata peggio. «Il crollo - dice l'assessore - è stato come sappiamo soprattutto nel traffico marittimo. Abbiamo cercato di tirarci su con la Flotta sarda, ma ormai la Tirrenia e gli armatori privati ci avevano bastonato. Alla fine, abbiamo pagato tutti gli effetti disastrosi provocati da un cartello che si è schierato contro la Sardegna». Sulle banchine, il buco è stato di seicentomila passeggeri. «Per fortuna - continua Crisponi - gli aeroporti hanno retto bene. Anzi, c'è stato un aumento negli arrivi, con in testa Olbia, il suo più 23 per cento è un ottimo risultato. Anche Cagliari e Alghero hanno incrementato il loro traffico di tredici punti». Per un risultato finale che comunque fa ancora male: «Il numero assoluto delle presenze supera appena quota dodici milioni». Se fosse sceso oltre questa asticella sarebbe stato un fallimento. «Non per consolarci - aggiunge Crisponi - ma in altre regioni è stato un disastro, penso alla Sicilia: è finita sotto del dieci per cento». Ma sono cresciute la Croazia e Malta, che più di altri competitor hanno saputo sfruttare meglio la crisi politica che ha messo a soqquadro il sud del Mediterraneo. «È vero - ammette Crisponi - ma la Sardegna è stata penalizzata soprattutto dall'etichetta che le è stata appiccicata addosso da degli sconsiderati nel bel mezzo delle prenotazioni, quella di essere cara. Devo dire che non è stato facile combattere contro questa mostruosità, anche se poi abbiamo dimostrato che in Croazia i prezzi erano più alti rispetto ai nostri». È stata dura e l'assessore riconosce a tutta la filiera del turismo di «aver lavorato con coraggio e bene nonostante il mare in tempesta». E aggiunge: «Tutti abbiamo dato il massimo per resistere. Nessuno ha commesso grandi errori, neanche la Regione». Sicuro? «Sì, ogni nostra campagna è stata condivisa con le imprese e questo vogliamo continuare a fare per tirare su la testa. Ci aspetta una stagione di vendita dura, ma scenderemo comunque in campo col coltello fra i denti. E sempre ottimisti, anche se costretti a fare qualche sacrificio visto che in cassa ci sono sempre meno soldi. Il prossimo anno, ad esempio, ridurremo la superficie dello stand alla Bit. Sarà un taglio netto, da duemila a mille metri quadrati di esposizione. È chiaro che, a quel punto, dovremo aumentare soprattutto la qualità dell'offerta». A chiedere una sterzata nelle strategie sarà anche la Confesercenti, che annuncia: «Domani presenteremo tre proposte per uscire dal tunnel», è l'annuncio. Per un solo destinatario, la giunta Cappellacci. (ua)

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