La Nuova Sardegna

Gesico, rivolta contro il parroco

I carabinieri costretti a presidiare la processione di Sant'Amatore

22 ottobre 2011
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GESICO. Previsto e prevedibile. Anzi, per dirla subito tutta: scontato. La celebrazione della secolare festa dedicata al vescovo e martire Sant'Amatore, spostata d'imperio dall'esuberante parroco dalla tradizionale terza domenica alla quarta in antagonismo alla Sagra delle Lumache che si è tenuta la scorsa settimana, ieri sera ha fatto il suo scoppiettante esordio.

Ma le strade del piccolo paese della Trexenta non sono state attraversate solo dalla processione con il simulacro del santo, ma anche da una contestazione a viso aperto contro don Luca Pretta, il giovane parroco appunto, con urla, fischi e definizioni non proprio cortesi indirizzate al sacerdote e ai suoi sostenitori: «Buffoni, buffoni...». Insomma, una sorta di rivolta non proprio pacifica. Una contestazione a momenti feroce, che ha avuto per protagonisti centinaia di gesichesi, ovvero quella parte degli abitanti ormai esasperati dagli atteggiamenti di don Luca Pretta (che ieri sera è dovuto andare via sull'auto dei carabinieri), con il quale sono entrati in rotta di collisione praticamente fin dal momento della sua nomina a parroco, tredici anni fa. Per verità di cronaca va detto che in alcuni momenti ieri sera si è avuta la sensazione che il tutto potesse degenerare.

Infatti, nonostante il percorso della processione fosse stato preventivamente "blindato" da un piccolo esercito di carabinieri (in borghese e in divisa, compresi quelli in assetto antisommossa del Battaglione Sardegna arrivati apposto da Cagliari), nonché agenti della Digos, il clima si è letteralmente surriscaldato quando don Luca Pretta, affiancato da una decina di parroci della zona invitati per la concelebrazione della messa solenne in onore di Sant'Amadu (come viene chiamato qui Sant'Amatore), ha fatto la sua comparsa alla testa della processione. Urla ed epiteti si sono sprecati («Sei un malvagio...», «Ci hai messo gli uni contro gli altri...», «Hai rovinato tante famiglie instillando odio...»), seguiti da quell'esplicito e perentorio invito ad andare via dal paese, che ormai era nell'aria dal momento stesso in cui il parroco ha deciso di spostare motu proprio la festa del copatrono del paese, solo per le ripetute beghe tra lui, la Pro loco e gli amministratori comunali.

Sì, perché a monte di tutto c'è quella sorta di antagonismo per via delle celebrazioni religiose e la Sagra della Lumaca (che per Gesico è, insieme all'elicicoltura, un importante business), finita nel mirino del parroco tradizionalista oltremisura, il quale ha dettato tutta una serie di condizioni mal digerite dal Comune e da buona parte degli abitanti.

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