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Donna di Martis scomparsa in Veneto, trovato uno scheletro

Donna di Martis scomparsa in Veneto, trovato uno scheletro

Potrebbe essere di Lucia Manca, la bancaria di 52 anni di Martis, lo scheletro scoperto il 6 ottobre sotto un ponte nel Vicentino: si attende il test del dna. La donna, scomparsa a luglio, aveva scoperto che il marito la tradiva - FOTO

26 ottobre 2011
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SASSARI. Potrebbe essere di Lucia Manca, la bancaria di 52 anni di Martis, lo scheletro scoperto il 6 ottobre sotto il viadotto di Sant'Agata a Cogollo del Cengio, provincia di Vicenza. La conferma si potrà avere solo tra qualche giorno con i risultati del test del Dna affidati ai carabinieri del Ris di Parma. La donna era scomparsa in circostanze misteriose, il 7 luglio a Marcon (Venezia) dopo essere uscita per recarsi al lavoro. Da due mesi aveva scoperto che il marito Renzo Dekleva aveva l'amante. Lucia Manca aveva anche parlato con la sua «rivale».

La vicenda di Lucia Manca ha diverse similitudini con il caso di Melania Rea. L'unica differenza sostanziale sta nei tempi del ritrovamento: il corpo della moglie di Salvatore Parolisi è stato trovato dopo due giorni dalla scomparsa, quello di Lucia Manca - se fosse confermato che i resti appartengono alla donna di Martis - è ricomparso a tre mesi dal 7 luglio, quando la bancaria era uscita dalla sua casa di via Guardi 4 per recarsi in autobus a Preganziol, dove lavorava alla filiale dell'Antonveneta. Dalle 6,40 di quella mattina, però, si sono perse le tracce della donna.

Gli autisti degli autobus Actv, sentiti dai carabinieri del Nucleo investigativo, hanno raccontato di non avere notato la signora. E neppure dai filmati delle telecamere presi in esame dagli investigatori risulta che Lucia Manca abbia raggiunto la fermata dell'autobus. Impossibile che la bancaria si sia mossa in auto, perchè non aveva la patente, a meno che non sia salita su un mezzo guidato da qualcun altro. Il mistero non è stato svelato dopo oltre tre mesi di serrate indagini e - al momento - non risultano indagati. Il marito della donna, è stato sentito più volte ma come persona informata dei fatti. E tale è rimasto anche se i carabinieri del Ris hanno sequestrato il computer dell'uomo, rilevato tracce biologiche nel bagagliaio della sua auto e perquisito più volte l'abitazione coniugale.

La scoperta di quello scheletro sotto il viadotto di Sant'Agata, aggiunge altri indizi interessanti sui quali stanno eseguendo accertamenti i carabinieri. L'altezza corrisponde (poco meno di 1,60, Lucia Manca è alta 1,55), la maglietta "Lacoste" nera è simile a quella della bancaria di Martis. E l'arcata dentaria superiore, piuttosto marcata, è compatibile con quella della donna scomparsa; anche la ciocca dei capelli di colore castano è ritenuta simile. Inoltre, il luogo dove il cadavere è stato trovato da alcuni operai dista pochi chilometri dal casello di Piovene, ed è sulla strada per Folgaria, la località turistica trentina dove i parenti di Lucia Manca hanno un appartamento e dove ogni tanto la donna si recava insieme al marito.

I primi esami del medico legale hanno escluso l'ipotesi del suicidio: quel corpo - trovato in avanzato stato di decomposizione in mezzo ai rovi - non può essere volato dal viadotto perchè era fuori traiettoria. Tra l'altro non sono stati riscontrati segni di fratture sulle ossa e le gambe erano accavallate. Poi ci sono quelle foglie vicino al cadavere, valutate come «fuori dal contesto» dell'ambiente naturale. Come se quel corpo sia stato scaricato da qualcuno che si è trascinato dietro anche quei residui.

La pista dell'omicidio è quella che in questo momento viene privilegiata dal sostituto procuratore veneziano Francesca Rupi, che non ha mai mollato la presa. Più debole, ma ugualmente tenuta in considerazione, l'ipotesi di una rapina finita male.

Gli investigatori attendono quella che viene definita «la prova regina», il riscontro del Dna. I carabinieri del Ris di Parma - che già dispongono del profilo genetico della donna di Martis - stanno effettuando la comparazione. Una analisi resa più complessa dal fatto che l'operazione viene eseguita su campioni prelevati da un corpo mummificato. Anche per questo gli esami hanno richiesto un tempo maggiore.

Giuseppe Manca, fratello della donna, ha detto solo poche parole e mantiene una esile speranza. Ha ribadito che la famiglia attende la prova del Dna, l'unica che in effetti può stabilire se quello scheletro è davvero di Lucia.

Ora, se i resti appartengono alla donna di Martis, i carabinieri dovranno sviluppare l'attività investigativa per scoprire come è morta e dove. Attualmente ci sono fascicoli aperti da due Procure diverse: quella di Venezia per sequestro di persona a carico di ignoti, e l'altro dei magistrati di Vicenza (competenti perchè il luogo dove è stato trovato lo scheletro ricade in quella provincia) per occultamento di cadavere.

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