La Nuova Sardegna

I lavoratori non smobilitano dall’assessorato all’Industria e i sindacati rilanciano la trattativa

Ex Ila, ora intervenga la Regione

Erminio Ariu
Il futuro dei lavoratori dell’ex Ila è ad altissimo rischio
Il futuro dei lavoratori dell’ex Ila è ad altissimo rischio

Si riparla della Sfirs per garantire la cassa integrazione agli operai

28 ottobre 2011
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 IGLESIAS. Se non è un dramma, poco ci manca. La situazione dell'ex Ila è disperata, soprattutto alla luce del fallimento del tentativo della Regione presso i curatori fallimentari della fabbrica («la cassa integrazione per i lavoratori potrà essere erogata solo in presenza di una offerta congrua per l'azienda») e dei dubbi alimentari dalle voci di imprenditori che vorrebbero rilevare i capannoni industriali di Portovesme.  Insomma le sperenza che a fine anno non arrivino le lettere di licenziamento sono ridotte all'osso. E adesso più che mai il futuro fa paura.   Eppure non intendono fare le valige i dipendenti dell'Ex Ila che da cinque giorni occupano la sala riunioni dell'assessorato regionale all'industria. Non se ne andranno se non in presenza di quelche fatto nuovo. Lo sconforto che poteva giungere dalle dichiarazione del giudice fallimentare ha dato, contrariamente alle aspettative, una carica maggiore ad andare avanti e finchè non si arriverà ad una soluzione concreta per il riavvio delle presse della fabbrica di laminati in alluminio gli uffici al quarto piano di viale Trento resteranno occupati.  Il giudice ha praticamente messo la parola fine alla vertenza ex Ila proponendo che una manifestazione di interesse per l'acquisizione della fabbrica deve essere accompagnata da una cauzione dell'ordine del 10 per cento della base d'asta stabilita dai curatori fallimentari. «Questa procedura - interviene Franco Bardi della Fiom Cgil - non è a norma di legge. In questo modo si mortificano le speranze dei lavoratori e si scoraggiano eventuali manifestazioni di interesse degli imprenditori. Siamo dell'avviso che, a questo punto, debba intervenire direttamente la Regione con la Sfirs per cercare di garantire ai lavoratori la cassa integrazione».  Il termine ultimo per far intervenire gli ammortizzatori sociali è fissato a fine novembre: oltre questo limite temporale scatta la procedura di licenziamento collettivo che è già stato notificato ai 166 operai dell'ex Ila. Al quarto piano del palazzo della giunta regionale c'è fermento: non convincono più le promesse che le autorità politiche regionali propinano ogni qualvolta i lavoratori propongono reazioni di disturbo.  «A questo punto intervenga direttamente la Regione - conclude Franco Bardi - e si dia un nuovo corso alla fabbrica. Quello stabilimento è in grado di riconquistare la fetta di mercato che disponeva quando era in marcia: perchè le potenzialità ci sono tutte. Gli errori e i danni commessi dai manager non possono ricadere sulle maestranze. Per queste ragioni dal quarto piano della Regione non si smobilita. Prima si chiude questa vertenza prima andiamo via». La situazione potrebbe aggravarsi perché sono pronti a dare una mano agli occupanti anche i dipendenti della Sms di Iglesias. Se ne riparlerà.
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