La Nuova Sardegna

 MACOMER. Le risorse residue dell'accordo di Tossilo non si toccano. Il consigliere Paolo Maninchedda ha respinto la proposta di Confidustria.  «A questa stupidissima idea - dice Maninchedda - si è risposto che le risorse residue si valuteranno a conclusione dell'Accordo, ma che in ogni caso saranno utilizzate per riaprire i termini per allargarne l'ambito all'area di Ottana e all'Alto Oristanese, in modo da consentire alle imprese escluse e a nuove imprese di poter usufruire di questo importante strumento di sviluppo».  Parlando del progetto Mosaico presentato a Macomer, Maninchedda critica l'analisi del comparto agro-alimentare del Marghine «a dir poco frettolosa e superficiale». Considera l'idea del progretto Mosaico «largamente arretrata rispetto a ciò che è stato inserito nelle normative regionali negli ultimi anni». Definisce invece positive e utili le indicazioni di alcuni imprenditori sulla filiera del grano, sul regime degli appalti pubblici e sul superamento dell'isolamento dell'area industriale di Suni. «Confindustria - prosegue - dimentica di dire che le risorse pubbliche hanno impegnato gli ultracinquantenni in cassa integrazione negli enti locali, hanno occupato nel Marghine 150 disoccupati nei cantieri verdi, hanno inserito nel Marghine l'unico Istituto tecnico superiore della Sardegna in materia di energia, hanno finanziato 52 imprese locali con l'Accordo di Tossilo, che in questi giorni eroga finalmente le prime risorse, stanno finanziando altri 34 progetti di autoimpiego e hanno sostenuto i contratti di investimento di aziende più grandi. Mentre accadeva questo, i consorzi fidi di Confindustria non hanno controgarantito un euro sull'Accordo né si può dire che la Confindustria abbia stimolato il capitale privato a concorrere allo sforzo di coesione sociale che si sta cercando faticosamente di fare».