La Nuova Sardegna

Carbonizzato nell'auto, la verità dall'autopsia

Il cadavere di Gianluigi Corda era adagiato sul sedile posteriore dell’auto
Il cadavere di Gianluigi Corda era adagiato sul sedile posteriore dell’auto

Selargius, non c'è la certezza che l'agricoltore si sia suicidato

29 ottobre 2011
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 CAGLIARI. Soltanto l'autopsia potrà dare una risposta definitiva agli interrogativi ancora aperti sulla morte di Gianluigi Corda (42 anni), l'agricoltore di Selargius trovato carbonizzato nell'abitacolo bruciato di una vecchia Fiat Uno al margine della statale per Dolianova. Se il medico legale Francesco Paribello troverà tracce di fumo nei bronchi il pm Rita Cariello avrà la certezza quasi definitiva che si tratta di suicidio. Altrimenti i carabinieri dovranno lavorare anche su altre ipotesi, che al momento vengono considerate secondarie. I familiari di Corda hanno riferito agli investigatori che negli ultimi tempi l'agricoltore, proprietario di alcune vigne e terreni nel Cagliaritano, si era chiuso in se stesso. Ma nel suo passato, del tutto privo di macchie giudiziarie, non ci sono disturbi mentali e neppure stati depressivi. Tra l'altro restano da chiarire alcune anomalie: l'auto è stata spinta in retromarcia contro il margine della carreggiata ed è andata quasi a infossarsi nel rilievo di terra. I vigili del fuoco, intervenuti su segnalazione di un automobilista, hanno trovato la Uno in folle e col freno a mano tirato. Se è stato Corda a portare a termine la manovra è possibile che abbia scelto quel tratto di strada perchè è distante da abitazioni e abbastanza fuori mano da garantire qualche minuto di tempo per realizzare il progetto suicida. Certo è che attorno all'auto non è stata trovata traccia di taniche che possano aver contenuto benzina, ma gli investigatori ritengono possibile che un contenitore in plastica sia andato liquefatto nell'incendio. Corda si trovava accasciato sul sedile posteriore e qui la spiegazione sarebbe legata all'esplosione provocata dal fuoco, che l'avrebbe proiettato all'indietro. Ma niente può escludere che anche quella di cambiare sedile possa essere una sua scelta, legata a ragioni insondabili. Sul corpo e sul luogo in cui si trovava l'auto non sembrano esserci segni di violenza e i fili metallici riscontrati attorno al corpo, che in un primo momento sembravano certificare la tesi del delitto, si sono rivelati in realtà soltanto lo scheletro dei sedili andati in fumo. Quindi nessuna esecuzione, a leggere la scena. Ma indicazioni ragionevoli che riconducono all'ipotesi iniziale avanzata dai carabinieri impegnati sul caso al comando dei colonnelli Giovanni Fiorilla e Franco Amabile, insieme al comandante di Quartu Nadia Gioviale. Ogni elemento anche teoricamente utile all'indagine è stato repertato e viene valutato con attenzione. Ma per ora non resta che attendere l'esito dell'esame autoptico, destinato con ogni probabilità a sciogliere i dubbi rimasti in piedi. A fine mattinata di domani il pm Cariello avrà un primo esito ufficioso degli esami condotti dal medico legale e a quel punto sarà possibile stabilire se saranno necessarie nuove indagini.
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