La Nuova Sardegna

«Non cerchiamo colpevoli»

Giovanni Bua
Astrid Meloni nel film
Astrid Meloni nel film

Astrid Meloni e le polemiche sul film di Faenza sul giallo di via Poma

13 novembre 2011
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SASSARI. Bloccare la messa in onda del "Delitto di via Poma" in tivvù il 30 novembre? «L'arte non dà risposte, fa domande. E il film diretto da Roberto Faenza non è una inchiesta, ma un racconto. Pieno di dubbi».

Parole di Astrid Meloni, l'attrice sassarese che, nell'attesa ricostruzione cinematografica dell'omicidio del 7 agosto del 1990, interpreta il ruolo della vittima: Simonetta Cesaroni. Un ruolo delicato in un film delicato. Soprattutto perché previsto su Canale 5 a soli sei giorni dall'inizio del processo di appello di Raniero Busco. L'ex fidanzato di Simonetta condannato a 24 anni in primo grado. E così (come promesso già prima dell'inizio delle riprese) i legali di Busco hanno chiesto un provvedimento di urgenza per bloccare la messa in onda: «Per timore che possa influenzare l'andamento del processo».

«Io in generale tendo ad avere più fiducia nella giustizia - spiega Astrid Meloni - e non credo che nessun giudice si faccia influenzare da un film o da una trasmissione televisiva. Ma forse la sbornia collettiva di talk show dedicati alla "nera" di ogni tipo fa credere a qualcuno che veramente le cose si decidano in televisione e non nei tribunali. Per fortuna però non è così». Sull'opportunità di mandare in onda un film-inchiesta durante un processo poi: «Il delitto di via Poma non è un film inchiesta. È un film, un bel film. Che racconta una brutta storia, che è entrata nell'immaginario collettivo di tanti. Forse il primo grande fatto di cronaca che io ricordi».

«Nel film non si fa il nome di un colpevole - continua la giovane attrice sassarese -. Magari si punta il dito su alcuni "problemi" durante le indagini. O si cerca di far luce su alcuni punti oscuri. Ma sempre e solo seminando dubbi, e mai certezze. E senza mai inventare niente che non sia nelle carte processuali, o nelle cronache».

Eppure almeno lei, essendo la vittima, un'idea sull'assassino dovrebbe averla: «Me lo chiedono in tanti - scherza Astrid Meloni - e devo dire che sono rimasta colpita da quanto questo ruolo sia "sentito". No, lo giuro, non mi sono fatta un'idea sul colpevole. Mi sono solo concentrata sul rendere giustizia a un personaggio speciale come Simonetta. Una ventenne che aveva più testa di tante trentenni di adesso. Responsabile, lavoratrice, innamorata. Ma anche solare, sorridente, colorata».

E, incredibilmente somigliante: «Sì, è vero - chiude Astrid - anche se devo dire che la foto di Simonetta che tutti conoscono è entrata tanto a far parte di noi che basta mettersi in quella posa con un costume bianco e un sorriso per riportarcela alla mente. E dentro il cuore».
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