La Nuova Sardegna

Prenotare, il disagio nasce al telefono

Prenotare, il disagio nasce al telefono

Oristano, l'accesso all'intramoenia, quando la visita a pagamento è più rapida

13 novembre 2011
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ORISTANO. Intramoenia. A buona parte degli utenti della sanità pubblica suscita timore già la parola. Quando poi si mette a fuoco il significato, la pelle d'oca viene dalle dinamiche della prenotazione. Solo telefonica, e sarebbe niente. Il fatto è che per trovare il numero libero si deve affrontare un'impresa. Quando si ottiene risposta, si ottiene un codice che poi servirà al medico specialista per la fatturazione. Ma gli utenti soffrono soprattutto l'idea (e la pratica) che il pagamento acceleri la prenotazione e i tempi della visita dallo stesso medico in servizio pubblico nell'ambulatorio della Asl.

Nella struttura dell'azienda sanitaria locale non c'è uno sportello fisico al quale ci si possa rivolgere per la prenotazione (funziona solo per i servizi in regime pubblico ed è affiancato anche da un numero verde).

Quindi, si chiama intramoenia. L'attività è assicurata e svolta all'interno delle mura della struttura sanitaria e con l'utilizzo degli ambulatori e degli strumenti diagnostici in uso all'ospedale. Si svolge in regime di pagamento (è obbligatoria la fattura) e in forma privatistica ma è un servizio pubblico, perchè il principio di base è di garantire al cittadino la possibilità di scegliere liberamente il medico preferito in virtù della specifica esigenza sanitaria.

L'accesso fisico alla struttura è lo stesso, si passa dalla stessa porta, si percorre lo stesso corridoio, si raggiunge lo stesso studio. E ci si avvale dello stesso medico. Nessuna differenza? La differenza c'è nella forma del servizio. Ma questo non disturba il cittadino utente, proprio perchè sceglie.

Il problema nasce nell'impatto con il servizio, cioè nella qualità dei modi d'accesso, dei tempi necessari per ottenere la prestazione, nella percezione di una differente attenzione che si ha nella visita, nel consulto, nella formulazione delle terapie. E tra la prestazione in regime pubblico (il medico della Asl con la prescrizione del medico di base, il ticket, la prenotazione, la lista d'attesa) e quella in regime di intramoenia (il medico della Asl ma nelle ore e nelle forme in cui esercita la professione privata) la distanza è grande, a sentire le segnalazioni, i resoconti che ciascuno ha sentito da un proprio familiare, da un amico. O per esserne stato testimone diretto.

Di questo aspetto del servizio sanitario pubblico ci occupiamo in questa prima puntata dell'inchiesta, che non ha l'obiettivo di leggere tutto in maniera scandalistica, ma di registrare carenze e distorsioni del sistema, questo sì, tantopiù quando a farne le spese è il cittadino utente. Piena coscienza quindi del fatto che c'è anche una grande sanità che funziona, professionisti d'eccellenza che vi operano e attenzioni di straordinaria sensibilità. Proprio qui sta l'aspettativa di questa iniziativa che ha per protagonisti gli stessi protagonisti del servizio sanitario, coloro che lo esercitano e coloro che se ne avvalgono: si tratta di segnalare, discutere, cercare correzioni e dove possibile soluzioni con gli interessati per quei tasselli che rovinano il mosaico. Obiettivo che riuscirà meglio con il contributo di tutti. Ecco perchè chiediamo ai lettori segnalazioni, lettere, osservazioni che potrete inviare al giornale nelle forme indicate nel "promo" in alto, vicino al titolo con la testatina "l'inchiesta dei lettori".
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