La Nuova Sardegna

Reperti archeologici in casa, denunciato

I reperti archeologici sequestrati dai carabinieri
I reperti archeologici sequestrati dai carabinieri

Tula, impiegato 45enne sorpreso al Coghinas con il kit del tombarolo. I carabinieri gli hanno sequestrato numerosi frammenti di età nuragica

23 novembre 2011
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TULA. Aveva con sè il kit del cosiddetto "tombarolo" e in una successiva perquisizione della sua casa i carabinieri hanno recuperato numerosi reperti archeologici di valore. Un impiegato 45enne di Tula è stato così denunciato in stato di libertà per ricettazione.

Nell'ambito di un servizio per la tutela dell'area di interesse archeologico intorno al lago Coghinas, i militari hanno sorpreso l'uomo pala, piccone, metal detector e altri piccoli utensili. Poi gli hanno perquisito la casa e hanno trovato un gran numero di oggetti avvolti con cura nel cellophane. Tra questi: un fondo piano in ceramica, un frammento ceramico di olla con orlo vasato e ansa con decorazioni, diversi altri frammenti ceramici, un frammento di parete decorata a pettine impresso tutti riconducibili all'età del bronzo.

E poi ancora otto frammenti ceramici indeterminabili riconducibili al periodo tra il 1800 e il 1500 avanti Cristo, un frammento di scarto di lavorazione di ossidiana, due frammenti ceramici di parete con ansa a ponte larga nastriforme, uno di parete di tegame con orlo di età nuragica, un altro frammento di parete con ansa a maniglia, due anse di anfora di epoca romana, un frammento di orlo di anfora di età romana, una scheggia di aspro, sei frammenti ceramici non determinabili, un oggetto in piombo (peso) con due segni, due frammenti ceramici di parete con orlo di tegame di età nuragica, uno di fondo piano con parete di tegame sempre di età nuragica, un frammento ceramico di embrice di età romana, due di tronco fossilizzato di interesse palentologico.

Sono intervenuti sul posto i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Sassari e la responsabile del settore archeologia della Sovrintendenza dei beni culturali per le province di Sassari e Nuoro, Paola Basoli, che hanno valutato i pezzi di rilevante valore storico. La stessa responsabile ha assunto in custodia tutto il materiale, posto sotto sequestro penale, che, in base al decreto legislativo n. 42/2004, è di proprietà dello Stato.
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