La Nuova Sardegna

Manovra, il decreto salva-Italia: le reazioni in Sardegna

Il governo Monti ha varato ieri la manovra definita "Salva Italia", un decreto che tocca moltissimi aspetti e tutte le categorie, con una ricaduta globale da 30 miliardi di euro: dalle pensioni alla casa, all'Iva alla tassa sul lusso alle Province. E ci sono già le prime reazioni della Sardegna. politiche. Dite la vostra.

06 dicembre 2011
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CAGLIARI. A caldo in Sardegna prevalgono i «no» alla manovra Monti. Il governatore Cappellacci avrebbe voluto più equità territoriale ma ha visto qualche spiraglio. Il Pd si è subito diviso tra chi è contrario (in linea con la posizione sindacale, durissima anche nell’isola) e chi è sicuro che il testo sarà migliorato in Parlamento. Il Pdl critica alcuni contenuti (edilizia e pensioni). Duro il giudizio dell’Idv. Cappellacci: «Tagli alle Regioni speciali». Consapevole che «tutti siamo chiamati a fare sacrifici perché la crisi non l’abbiamo scoperta oggi», il presidente della Regione, ieri a Roma, ha espresso «preoccupazione» perché nella manovra «non si vede quella equità richiamata anche dal presidente del Consiglio alla vigilia, le misure vanno ad incidere sulle categorie e sui territori più deboli». Alle Regioni speciali è stato tagliato un miliardo di euro. Ma Cappellacci si è soffermato anche sulla tassa sulle barche: «Quando è stata introdotta da Renato Soru, la Corsica disse grazie Sardegna, ora ringrazierà l’Italia. E’ un errore, un boomerang, un colpo al turismo. Noi lo pagheremo più di altri». Cappellacci ha giudicato positivamente i punti sulla sanità e sul trasporto pubblico locale e ha riferito che quella di ieri a Roma non era la sede per discutere della Vertenza Sardegna. «Ma - ha aggiunto - ho parlato col ministro Passera per ringraziarlo per la rapidità con cui ha firmato il decreto sulla continuità territoriale. Ha illustrato idee interessanti su semplificazioni normative per le imprese, l’accelerazione per le infrastrutture e strumenti straordinari per patrimonializzazione delle imprese, un maggior uso di strumenti come i fondi di garanzia. Misure che noi stiamo già usando. Passera ha detto che vuole operare in sinergia». Tre reazioni diverse nel Pd. Il segretario Silvio Lai è cauto: «Il fatto che Cgil Cisl e Uil siamo unite nel dire no e che la Confindustria sia schierata sul sì mi fa pensare che c’è qualcosa che non va». Lai non vuole sbilanciarsi più di tanto, oggi pomeriggio parteciperà a un vertice romano con Bersani e tutti i segretari regionali. Il capogruppo in Consiglio regionale Giampaolo Diana è invece durissimo: «La manovra è inaccettabile, mi schiero subito fra i contrari. Non c’è equità, non c’è niente per lo sviluppo e per il lavoro, si colpiscono soltanto i pensionati mentre non c’è traccia di patrimoniale. Questa manovra poteva farla chiunque, da Monti e dal governo dei professori era lecito aspettarsi ben altro». Il deputato Paolo Fadda, segretario della commissione Industria a Montecitorio, è invece possibilista: «Avevamo delegato Monti a fare questa manovra e i leader politici a verificarla. Sappiamo che era inevitabile. E sappiamo che bisogna fare in fretta. Se ci sono cose che non vanno, le correggeremo in Parlamento. Non ho dubbi che il governo Monti sia disponibile a interventi migliorativi». «Ridurre il numero dei parlamentari». Fadda ha sempre criticato gli eccessi dell’«offensiva demagogica e populista» contro i costi della politica: «Bisogna tenere presente anche degli interessi della democrazia». Ma ha detto che di fronte a una manovra di sacrifici come quella elaborata dal governo Monti la politica, per poterla migliorare e approvare con credibilità «ora deve dare subito un esempio concreto e significativo». Ha quindi affermato che «occorre accelerare nel consistente taglio dei seggi parlamentari, sia per ridurre i costi e recuperare ingenti risorse, sia per migliorare la funzionalità e il prestigio delle istituzioni». Deriu: «Le Province pagano per tutti». Quando ha saputo che il Consiglio dei ministri aveva deciso di eliminare le giunte provinciali, il presidente dell’Unione Province sarde, Roberto Deriu, ha commentato ironicamente: «Lo spread è sceso di duecento punti». E ha aggiunto: «Per non colpire altre istituzioni, se la prendono con le Province». Nizzi: «Alcuni scelte sono degli errori». Al coordinatore regionale del Pdl non piacciono innanzitutto le tasse immobiliari: «Colpiscono l’85 per cento della popolazione italiana, fanno un danno economico enorme, superiore al vantaggio finanziario dell’imposta, perché l’edilizia è già in crisi e ora rischia di crollare». Critiche anche sulle pensioni: «I diritti acquisiti non si possono toccare, mentre trovo giusto che si progetti un innalzamento dell’età per il futuro». Nizzi mette il dito sulla questione dei costi della politica: «Vanno eliminati tutti i privilegi, compresa quello sull’età pensionabile dei politici. Bisogna eliminare quasi del tutto le auto blu. Bisogna intervenire per ridurre i costi dell’amministrazione e degli enti. Ci attendiamo queste cose e una maggiore equità». Costa (Cgil): «Questa manovra è incomprensibile». «Alcune scelte sono follie, deprimono l’economia». Il segretario regionale della Cgil è durissimo nei confronti della manovra: «Non c’è niente di significativo contro l’evasione fiscale, non c’è la patrimoniale, ci sono solo tagli e si toccano le pensioni per fare cassa. E il blocco dell’adeguamento delle pensioni significa impoverire la gente, così si riduce ulteriormente il valore d’acquisto. Insomma, chi non ha mai pagato continuerà a non pagare. Sono deluso, un governo tecnico avrebbe potuto fare scelte all’altezza della situazione». Come la Camusso, anche Costa, che domani sarà a Roma con tutti i segretari nazionali, critica la mancata concertazione. Palomba (Idv): «Se resta così diremo no». «Abbiamo votato la fiducia soprattutto per consentire l’uscita di scena del governo Berlusconi, non siamo in maggioranza ma decidiamo sui singoli provvedimenti, avevamo chiesto a Monti di far pagare la crisi alla corruzioen e all’evasione, invece a pagare sembra che siano i soliti noti». Il segretario regionale Federico Palomba è perfettamente in linea con Di Pietro: «Prima di colpire i deboli, occorre eliminare gli sprechi della politica, la corruzione delle consulenze, bisogna dimezzare il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, colpire in misura molto maggiore chi ha portato soldi all’estero, altrimenti ci viene difficile votare a favore. Noi siamo con i lavoratori e i deboli». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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