La Nuova Sardegna

“Feticci e feticismo” al teatro civico di Sassari

Michele Cocchiarella
Un momento dello spettacolo
Un momento dello spettacolo

La compagnia Teatro Danza Jana ha portato in scena i vizi e i conformismi nel rapporto tra gli
esseri umani e gli oggetti

09 dicembre 2011
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SASSARI. Tazze, bicchieri, figurine, abiti, mani. Il mondo del feticcio è ampio e colorato. E anche se a tratti può sembrare bizzarro, questo universo così variopinto è davvero attraente. Ma come spesso capita, attira dubbi e domande, nasconde insicurezze, a tal punto da condizionare le persone fino a farle allontanare da queste creative manie. A rendere piacevole e naturale il mondo del feticismo, che tanto accomuna donne e uomini, anziani e bambini, ci ha pensato la compagnia Teatro Danza Jana, con la partecipazione dell’associazione Triatatà di Anna Fiori e con il patrocinio del Comune di Sassari, che ieri sera in un tutto esaurito al teatro Civico ha portato in scena “Feticci e feticismo”.

Dalla mente di Alessia Foddai e Michele Puggioni, e con la direzione teatrale di Michele Manca, lo spettacolo ha offerto uno spaccato sulla società puntando i riflettori sui vizi e i conformismi nel rapporto tra gli esseri umani e gli oggetti, questi ultimi sostanza della condizione dei tempi moderni. Un viaggio dentro la società dove bizzarri personaggi raccontano il loro rapporto con gli oggetti. “Le coppe sono come i baci, come si fa a non volerli tutti?” dice la ballerina, “e come si può dire no a una credenza magica?” racconta un’altra. Non solo oggetti, anche parole: “quelle da cercare nel vocabolario appena le senti, quelle straniere che riempiono la bocca in maniera speciale, o quelle al cioccolato che si sciolgono in bocca” racconta la narratrice che insieme al corpo di ballo evoca 23 parole con la lettera p.

Manie, stranezze, semplicemente la normalità, quella da cui a volte ci si discosta solo perché respinta e mai accettata. Forse per paura o forse perché in un mondo così incerto è difficile seguire il proprio istinto. Il feticismo, così come definito in etnologia, è una forma di religiosità primitiva che prevede l’adorazione di feticci, oggetti ritenuti dotati di poteri magici, proprio per quel valore in più conferito dalla persona stessa. Tutti hanno un feticcio, dagli artisti che costruiscono i propri, agli scettici che dicono di non credere ma che magari tengono al sicuro una medaglia sotto la maglietta.

Piccole debolezze, stranezze, semplicemente caratteri unici di ogni persona. Lo spettacolo ha evidenziato non il giudizio ma ha fatto emergere una cornice buffonesca delle leggerezze umane. Un invito a ridere di questi aspetti per ritrovare l’uomo nella sua unicità. Il feticismo coinvolge proprio tutti, anche le piccole ballerine della compagnia Jana che ieri sul palco hanno aperto le danze dando inizio a uno spettacolo che ha coinvolto e divertito pubblico, ballerini, attori, sceneggiatori, costumisti, e tutti quelli che fino a ieri non hanno dato il giusto valore al concetto di feticismo.
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