La Nuova Sardegna

Stroncato da infarto mentre veglia la madre morta da pochi minuti

Gigi Eletti era anche direttore di una scuola di chitarra
Gigi Eletti era anche direttore di una scuola di chitarra

Porto Torres, la tragedia è avvenuta la notte di Natale. Inutili i ripetuti tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori del 118. Gigi Eletti, 59 anni, medico, si è accasciato accanto al letto della madre morta da poco

27 dicembre 2011
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PORTO TORRES. L'ultimo viaggio insieme all'anziana madre. Gigi Eletti, 59 anni da compiere il 31 dicembre, medico pneumologo, molto conosciuto, è morto per un infarto la notte di Natale davanti al letto della signora Grazietta, deceduta poco prima. Una tragedia improvvisa, inutili i soccorsi del 118, il cuore del medico si è fermato per sempre nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo. Madre e figlio, sul lettone della vecchia casa. Quasi per mano.

Sposato, padre di due figlie, Gigi è rimasto accanto alla madre gravemente malata. Come figlio e come medico. L'ambulanza aveva da poco accompagnato la signora Grazietta, dall'ospedale fino a casa, oltre la scalinata del vecchio ufficio di collocamento. Un Natale triste, segnato dalla morte dell'anziana donna avvenuta poco più tardi. Gigi era lì, con la calma di sempre, insieme ad altri familiari. All'improvviso si è sentito male, si è piegato su se stesso, come per inginocchiarsi.

E' morto davanti al letto della madre. L'ambulanza è arrivata in pochi attimi, ma il grande cuore di Gigi non è più ripartito. La notizia si è diffusa lentamente in una Porto Torres ancora mezzo addormentata dopo le festività natalizie. E le reazioni sono state di incredulità e sgomento, unite a una sensazione di desolante impossibilità nel riuscire a fare qualcosa. Un dolore immenso dalle prime ore del mattino di ieri pesa come una cappa sulla città.

Gigi non era solo un bravo medico. Quella - è vero - era la sua missione principale, la sua vita insieme all'amore straordinario per la famiglia. Sempre disponibile, mai scortese, paziente e pronto a spiegare nei minimi dettagli la diagnosi, a stare vicino alle persone in difficoltà a causa della malattia. Sì, non era solo un medico. Gigi era un grande amico, un musicista, un maestro di chitarra che ha insegnato a tanti giovani l'amore per uno strumento al quale riusciva quasi a dare la parola. Mai esibizionista, sempre umile anche davanti agli applausi e ai complimenti che hanno accompagnato le sue esibizioni, Gigi ha sempre cercato le platee delle persone comuni, la semplicità della gente della sua città alla quale voleva un gran bene. Così la sua arte la metteva al servizio dei meno giovani del Centro Coofem, andava sul palco della solidarietà con gli amici, come nel suo ultimo concerto con gli Squali e il Coro Polifonico Turritano, al teatro Parodi, ai primi di dicembre, per la Caritas.

Aveva scelto il genere fingerstyle, il suo arpeggio era una carezza per le corde della chitarra. Dal 1990, seguendo maestri come Marcel Dadi e Pietro Nobile, aveva creato la scuola di chitarra «Carpe Diem» della quale era instancabile direttore. Appassionato di sport, di tennis ma soprattutto di calcio, era sempre aggiornato sulle novità. Qualche anno fa si era lasciato coinvolgere come medico sociale del Portotorres calcio: una esperienza intensa, affrontata alla sua maniera, con un impegno totale e una attenzione soprattutto ai giovani che lo ammiravano. Il suo parlare semplice, il sorriso rassicurante, la pacca sulla spalla al momento giusto, Gigi era una «ricarica» naturale. Curioso e ricercatore, sognatore senza tempo, da mesi lavorava alla realizzazione di un libro sulla musica a Porto Torres. Era diventato una «spugna», prendeva notizie da tutti. Alla Nuova Sardegna si chiudeva in archivio per ore a fotocopiare e prendere appunti. «Ci sono - aveva detto l'altro giorno -, dopo le feste ci vediamo». E' partito in silenzio, alla sua maniera. Lasciando un vuoto troppo grande.

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