La Nuova Sardegna

Svolta nel giallo di Ittiri, l’operaio era nell’auto finita fuori strada

Elena Laudante
I vigili del fuoco all’opera per recuperare il corpo di Pisanu in fondo alla scarpata
I vigili del fuoco all’opera per recuperare il corpo di Pisanu in fondo alla scarpata

Morto in una scarpata: gli amici si erano «dimenticati» della sua presenza dopo un incidente. La svolta arriva dalle analisi dei carabinieri: sul sedile della Seat Ibiza volata fuori strada, c’è una striscia di sangue della vittima

27 dicembre 2011
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SASSARI. Per la procura il caso potrebbe essere chiuso qui: perde la tinta del giallo l'incidente di Ittiri, con il cadavere di un ragazzo trovato accanto a un'auto, guidata da amici che negano di averlo trasportato.

Ora contro la loro versione arriva il risultato delle analisi del Servizio Investigazioni scientifiche dei carabinieri. Che stabilisce: nella scarpata di Tzeppere Giandomenico Pisanu, operaio di 26 anni morto dopo il volo, ci è finito proprio a bordo della Seat Ibiza nera. L'auto guidata dal coetaneo Gavino Casiddu (indagato per omicidio colposo, assistito dagli avvocati Antonio Moro e Ettore Licheri, accanto Salvatore Satta Gianichedda, sospettato di favoreggiamento) che continuano a negare la presenza del ragazzo nell'abitacolo, la mattina del 23 settembre, di ritorno dalla festa campestre di San Maurizio. Non ricordavano fosse lì, impedendo di fatto che i soccorsi recuperassero il cadavere nella scarpata, prima delle 4, rinviando di oltre 4 ore il ritrovamento, quando il padre scorgerà il corpo del figlio nascosto tra i rovi.

VIDEO I vigili del fuoco recuperano il corpo

Dall'inchiesta del pm Carlo Scalas arriva un punto fermo: in quell'auto, sulla tappezzeria del sedile posteriore, c'è una striscia di sangue che appartiene a Giandomenico. Il conforto arriva dalla comparazione tra il Dna estratto dalla macchia e quello del campione di sangue prelevato dal medico legale Salvatore Lorenzoni, durante l'autopsia. Esito che non lascia spazio a dubbi e colloca l'operaio in quell'utilitaria, la sera dell'incidente. Di più, stabilisce che Pisanu si è ferito quando era ancora in auto, quindi presumibilmente al momento del primo impatto nel dirupo. Ecco una possibile ricostruzione: sulla strada che da Banari conduce a Ittiri - la provinciale 41 bis - all'altezza della stretta curva verso sinistra, che costeggia la vallata di Tzeppere, la Seat non termina la svolta, ma fila liscia e quasi prende il volo su un masso di grandi dimensioni, che non frena la corsa, anzi fa da rampa. L'auto impatta con la parte anteriore sulla stradina bianca che taglia a metà la scarpata, quella che poi porta al fiumiciattolo.

In questo momento è probabile che Giandomenico - seduto dietro, secondo questa ricostruzione - vada a sbattere contro il sedile anteriore: l'autopsia ha rivelato ferite, forse fratture, sul naso e attorno a un occhio. Altre tracce di sangue sono proprio sul poggiatesta, in corrispondenza del suo volto. La corsa dell'auto - che fa un volo di diversi metri, in una scarpata profonda - non si arresta. Anzi, dopo essere finita sulla stradina la Seat si ribalta per piombare sul fondo, pochi metri prima del corso d'acqua. Non è chiaro in quale momento il corpo di Giandomenico si stato sbalzato fuori. Come non è ancora stato stabilito se in quel momento il ragazzo fosse già morto. Differenza di non poco conto, per stabilire se c'è stata omissione di soccorso.

Ecco perché all'inchiesta manca ancora uno dei due accertamenti che erano stati sollecitati alla magistratura dalla famiglia dell'operaio, tutelata dagli avvocati Giuseppe Conti e Gianluigi Poddighe. Quello sulla causa della morte, che poi riconduce al momento esatto in cui ha smesso di respirare: il padre del ragazzo ha detto di averlo trovato "ancora caldo", la mattina dopo alle 8, mentre l'incidente risale ad un orario imprecisato tra l'1 e le 3. Possibile che quando i due amici lo hanno dimenticato lì, alle 4, fosse ancora vivo?
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