La Regione bocciò quel progetto
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Una ricercatrice al lavoro in un laboratorio chimicoSecondo la giuria la proposta aveva «una scarsa rilevanza scientifica»
31 dicembre 2011
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SASSARI. Uno smacco, quello subito da Valeria Alzari, che a suo tempo aveva fatto molto rumore tra gli addetti ai lavori. Uno smacco da parte della Regione sì, ma anche una brutta figura dell'assessorato a pochi mesi dal rifiuto del progetto per «scarsa rilevanza scientifica», quando la giovane assegnista ricevette il premio dell'Unesco per lo stesso progetto. «Ci vogliono criteri diversi per le selezioni», tuonano i responsabili delle ricerche.
Il bando per giovani ricercatori è stato bandito nel 2010 e in tantissimi hanno partecipato. Centinaia di progetti presentati in allegato al curriculum nella speranza di ricevere l'agognato assegno che avrebbe consentito di ricevere una retribuzione per iniziare o continuare un lavoro di ricerca. D'altra parte le somme a disposizione non erano spiccioli: si parlava di 15 milioni di euro da distribuire tra i partecipanti. Ai progetti idonei finanziati si sono affiancati quelli idonei ma privi di finanziamento. Dopo il coro di proteste e vari appelli la Regione ha reperito altri 35 milioni di euro e ha finanziato tutti i progetti idonei: circa seicento. Sono rimasti fuori i non idonei, tra i quali quello di Valeria.
«Non è apparso logico il metodo di valutazione della commissione, peraltro anomima - afferma il ricercatore del dipartimento Scienza del farmaco Mario Sechi, che ha vissuto la stessa esperienza con un suo giovane assegnista -. Come è possibile che tra gli idonei e primi ad essere finanziati ci fossero progetti di persone che non avevano neppure terminato il dottorato mentre tra i non idonei figurassero studiosi che avevano alle spalle numerose pubblicazioni e una storia di grande spessore?».
Il rammarico, espresso anche da Alberto Mariani, è che dopo le numerose segnalazioni la Regione abbia alzato un muro. Oggi che sono trascorsi due anni e le ricerche sono proseguite nonostante tutto gli animi si sono placati anche in seguito ai recentissimi finanziamenti arrivati da Cagliari. «Ma ciò che è accaduto - è la conclusione - deve far riflettere perché dietro ogni progetto ci sono persone con i loro sogni e il loro futuro».
Il bando per giovani ricercatori è stato bandito nel 2010 e in tantissimi hanno partecipato. Centinaia di progetti presentati in allegato al curriculum nella speranza di ricevere l'agognato assegno che avrebbe consentito di ricevere una retribuzione per iniziare o continuare un lavoro di ricerca. D'altra parte le somme a disposizione non erano spiccioli: si parlava di 15 milioni di euro da distribuire tra i partecipanti. Ai progetti idonei finanziati si sono affiancati quelli idonei ma privi di finanziamento. Dopo il coro di proteste e vari appelli la Regione ha reperito altri 35 milioni di euro e ha finanziato tutti i progetti idonei: circa seicento. Sono rimasti fuori i non idonei, tra i quali quello di Valeria.
«Non è apparso logico il metodo di valutazione della commissione, peraltro anomima - afferma il ricercatore del dipartimento Scienza del farmaco Mario Sechi, che ha vissuto la stessa esperienza con un suo giovane assegnista -. Come è possibile che tra gli idonei e primi ad essere finanziati ci fossero progetti di persone che non avevano neppure terminato il dottorato mentre tra i non idonei figurassero studiosi che avevano alle spalle numerose pubblicazioni e una storia di grande spessore?».
Il rammarico, espresso anche da Alberto Mariani, è che dopo le numerose segnalazioni la Regione abbia alzato un muro. Oggi che sono trascorsi due anni e le ricerche sono proseguite nonostante tutto gli animi si sono placati anche in seguito ai recentissimi finanziamenti arrivati da Cagliari. «Ma ciò che è accaduto - è la conclusione - deve far riflettere perché dietro ogni progetto ci sono persone con i loro sogni e il loro futuro».