La Nuova Sardegna

I sindacati: Sardegna, edilizia ko. Persi 20mila posti di lavoro

I sindacati: Sardegna, edilizia ko. Persi 20mila posti di lavoro

L'edilizia in Sardegna è al collasso, fanalino di coda in Italia. In tre anni si sono persi 20 mila posti di lavoro, il 41% in meno e le aziende registrano un calo di 2000 unità, il 23%: sono passate da circa 8 mila a 6 mila. A lanciare il grido d'allarme ed un appello alle istituzioni sono stati questa mattina, in una conferenza stampa, i sindacati di categoria.

01 marzo 2012
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L'edilizia in Sardegna è al collasso, fanalino di coda in Italia. In tre anni si sono persi 20 mila posti di lavoro, il 41% in meno e le aziende registrano un calo di 2000 unità, il 23%: sono passate da circa 8 mila a 6 mila. A lanciare il grido d'allarme ed un appello alle istituzioni sono stati questa mattina, in una conferenza stampa, i sindacati di categoria.
"Una emorragia invisibile ma incessante - dicono Chicco Cordeddu, Fillea-Cgil, Renzo Corvedu, Filca-Cisl e Marco Foddai, Feneal.Uil - e non si intravvedono segnali di crescita". Le rappresentanze sindacali affilano le armi in occasione della manifestazione nazionale in programma a Roma sabato 3 marzo. La Sardegna sarà presente con un centinaio di delegati. Ma in vista c'è lo sciopero generale dell'industria del 13 marzo, dove anche il settore costruzioni, che rappresenta il 50% del comparto industriale, col 10% del Pil, farà sentire la propria voce.
"Il quadro Š sconfortante - sottolineano Cordeddu, Corvedu e Foddai - a quel dato, fermo a giugno del 2011, si deve aggiungere un 10% di diminuzione di numero di imprese e posti di lavoro. Senza contare l'indotto, dal cemento ai laterizi e manufatti che registra il 30% in meno di fatturato e la stragrande maggioranza dei lavoratori sono in cassintegrazione". Sotto accusa l'immobilismo della Regione, il piano casa "fermo nelle pastoie del Consiglio Regionale", il mercato immobiliare fermo, con i cantieri che non partono.
"La ricetta per il rilancio dell'edilizia - spiega Cordeddu - parte anche dai Comuni, la maggior parte dei quali non è dotato di piano urbanistico comunale. Occorre aprire i cantieri sui progetti già finanziati, puntare al recupero degli immobili fatiscenti per ridisegnare la mappa urbana, in un'ottica di bioedilizia. Se l'edilizia non decolla non riparte l'industria in Sardegna. La Regione deve farsi parte attiva per il superamento del patto di stabilità".
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