La Nuova Sardegna

Gonnostramatza. È stato eseguito dal laboratorio di osteologia dell’università di Cagliari

Ricostruiti 4000 anni di storia

Tigellio Sebis
Reperti del sito di Bingia ’e Monti
Reperti del sito di Bingia ’e Monti

Concluso l'esame sui reperti ritrovati nel sito di Bingia 'e Monti

17 marzo 2012
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 GONNOSTRAMATZA. La recente visita al laboratorio di osteologia dell'Università di Cagliari, nella cittadella universitaria, ospite della studiosa Rosalba Floris e di due ricercatori che da diversi anni studiano i resti ossei rinvenuti intorno agli anni ottanta nell'area archeologica di Bingia'e Monti, ha reso l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessio Mandis ancora più consapevole del grande patrimonio di cui dispone il piccolo centro sul rio Mannu.  Un patrimonio che assomma a ben undicimila frammenti ossei riferiti alle generazioni susseguitesi nell'arco temporale di quattromila anni e seppellite nell'antica tomba. La tomba preistorica di Bingia 'e Monti, famosa soprattutto per i ritrovamenti effettuati al suo interno nel corso degli scavi, tra i quali l'oro più antico dell'isola, dal punto di vista tipologico si colloca a metà tra l'ipogeismo e il megalitismo componendosi infatti di un vano scavato nella roccia e di una camera antistante costruita in tecnica megalitica con quattro grossi blocchi angolari e pietre più piccole ai lati, mentre la copertura originaria era a piattabanda.  La parte anteriore del monumento non si è conservata a causa della pendenza del terreno, quindi l'attuale lunghezza di 4,47 metri non corrisponde a quella originaria; l'altezza residua è invece di 1,91metri. Nel corso della visita gli amministratori hanno potuto esaminare anche il teschio di quello che si suppone fosse il capo del villaggio, proprietario della famosissima collana d'oro recentemente esposta al museo Archeologico di Trento.  Sta di fatto che l'ateneo cagliaritano, dopo oltre vent'anni di studi sui reperti datati Gonnostramatza, oggi è in grado di restituire moltissime informazioni sulla storia più antica del paese; informazioni capaci di delineare e definire com'erano gli antichi abitanti che in quel territorio si insediarono ancor prima che fiorisse la civiltà nuragica, cosa mangiassero, quanto fossero alti, come e dove si spostassero.  Da qui la ferma intenzione del Comune di allestire a breve termine una sorta di grande evento sul filo della storia e dell'archeologia che consenta alla cittadinanza di conoscere il percorso che ha compiuto nel corso della sua storia, quella più lontana, nonché, autorizzazioni della Sovrintendenza ai beni storico-culturali permettendo, di ammirare alcuni dei reperti risalenti appunto ad oltre quattromila anni fa e ritrovati nel corso delle campagne di indagine scientifica e di scavo effettuate oltre trent'anni fa in quella tomba che accolse anche i resti d'una sorta di dorato sardus pater.  

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