La Nuova Sardegna

IL CASO LOREFICE

La giunta è alle corde ma la vera crisi forse sarà in autunno

CAGLIARI. La mozione sul caso Lorefice-Carbosulcis è una minaccia seria per la giunta Cappellacci ma la crisi politica vera e propria, quella che porterebbe alle elezioni anticipate, dovrebbe...

04 giugno 2012
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CAGLIARI. La mozione sul caso Lorefice-Carbosulcis è una minaccia seria per la giunta Cappellacci ma la crisi politica vera e propria, quella che porterebbe alle elezioni anticipate, dovrebbe esplodere in autunno. È su questo scenario che oggi inizia una settimana molto delicata in Consiglio regionale. Nessuno si azzarda a fare previsioni, ma il clima è pesante.

Sul caso del momento, cioè la nomina del ventinovenne praticante legale Alessandro Lorefice alla carica di amministratore unico di Carbosulcis, lo scontro è soprattutto nel Pdl. I dissidenti sarebbero pronti a schierarsi con le opposizioni la mozione del centrosinistra che chiede a Cappellacci di revocare la nomina. Sono pochi ma pesanti: la presidente dell’assemblea Claudia Lombardo (che però per prassi non vota), il capogruppo Mario Diana, Nanni Campus e Antonio Pitea. A favore della mozione dovrebbero votare anche Udc e Psd’Az. Insomma, purché Cappellacci non si inventi una soluzione, la bocciatura della nomina sembra inevitabile. Forse non in grado di convincere il presidente a dimettersi e provocare le elezioni anticipate, ma sicuramente in grado di far precipitare la situazione nel Pdl.

Per assorbire il colpo, Cappellacci potrebbe avviare l’operazione rimpasto, cioé la nascita della giunta per l’ultimo anno di legislatura. Operazione che potrebbe evitare che il dissenso nel partito si allarghi.

Negli ambienti politici la crisi politica alla Regione viene data comunque per certa, anche se non in via immediata. Si parla già di ottobre come il mese della rottura. A provocarla sarebbero Udc e Psd’Az, intenzionati a rompere col centrodestra per avere mani libere in campagna elettorali. La crisi verrebbe caldeggiata da più parti per una logica di sopravvivenza: anticipando la riforma che riduce a 60 il numero dei consiglieri regionali, anche se alle prossime elezioni i consiglieri da eleggere resterebbero 80. E forse, col premio di maggioranza, persino qualcuno in più. (f.per.)

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