La Nuova Sardegna

Carbosulcis, questo è il mese decisivo

di Umberto Aime
Carbosulcis, questo è il mese decisivo

Fra poche settimane il parere del governo e dell’Ue sul rilancio della miniera. Battesimo di fuoco per il neo amministratore

05 luglio 2012
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CAGLIARI. Luigi Zucca è meno chiacchierone del suo predecessore alla Carbosulcis, Alessandro Lorefice. Nominato mercoledì sera, catapultato appena l’indomani nel primo confronto con una ventina di sindacalisti furenti e accusatori, è come se fosse apparso dal nulla. Stretto, incastrato e immobile, al tavolo, per due ore abbondanti fra l’esuberanza dell’assessore all’industria, Alessandra Zedda, e i tecnicismi di Mario Porcu, storico direttore generale della miniera, il neo amministratore unico ha detto poco e ascolto molto. Ha detto che «non è ancora il momento delle dichiarazioni ufficiali», ma sottolineato «mio nonno ha lavorato proprio nelle gallerie di Nuraxi Figus» e infine ammesso: «Mi è stato assegnato un compito difficile». Ha ascoltato invece che la Carbosulcis è sempre più appesa a un filo e a due scadenze. Venerdì 13 luglio, a Roma, il governo dirà se crede ancora nel progetto innovativo che «produce energia pulita dal carbone liberato dal biossido di carbonio». Perché se quel giorno Monti e Passera diranno va bene e la smetteranno di puntare solo su Porto Tolle, è sul Delta del Po, per i cinquecento lavoratori pagati dal 1996 dalla Regione potrebbe esserci un futuro. Altrimenti, sarà un disastro l’ennesimo, sociale ed economico, nel Sulcis. Non basta, per crederci sino all’ultimo c’è un altro lasciapassare e questa volta dovrà arrivare da Bruxelles. È attesa come una manna dal cielo, per il 27 luglio, sempre di venerdì, la sentenza dell’Unione Europa sullo stesso progetto di Nuraxi Figus : dovrà dire se è fattibile e compatibile. Per due volte, l’ha bocciato, adesso c’è forse qualche possibilità in più. Sia chiaro: senza quel visto, sarà impossibile ottenere il già difficile miliardo e mezzo, necessario e indispensabile, per far partire il progetto di cattura dal carbone dell’anidride carbonica, destinata poi a essere stoccata nelle gallerie. È quest’idea l’unica salvezza possibile che può far uscire la Carbosulcis dal letargo. Altrimenti, ci sarà il rischio del tutti a casa. Ieri Luigi Zucca ogni tappa di questo 2012 decisivo, sono state le parole dell’assessore, se l’è appuntate una dopo l’altro, con la preghiera silenziosa che non diventi invece un calvario. Come lo è stata anche la sua promozione da revisore dei conti della Carbosulcis, era in carica da ottobre, ad amministratore della società. Perché dalla nomina di Alessandro Lorefice in poi, il presidente-ragazzino, su questa poltrona pesa ormai una maledizione. Anche sull’ultimo nome il centrodetra si è spaccato. Ma delle beghe politiche Cgil, Cisl e Uil hanno detto di «averne le tasche piene». A loro interessano il finanziamento, la prossima produzione, che dovrà essere di 900 mila tonnellate, tre volte l’attuale, le buste paga, gli incentivi fino alla privatizzazione. Il resto è bottega e anche di questo Luigi Zucca ha preso atto, in un silenzioso battesimo del fuoco. Lo ha fatto dopo aver ascoltato l’assessore giurare che «col governo e l’Europa, andremo a testa bassa» e i delegati aziendali replicare: «Servono certezze, con gli slogan non si mangia». Bene, da ieri c’è un amministratore fresco e unico costretto a leggere in fretta la dura realtà. Il presidente, amico e collega Ugo Cappellacci (ancora due commercialisti) non gli ha fatto certo un bel regalo.

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