La Nuova Sardegna

C’è un piano per fermare le zanzare

di Daniela Scano
C’è un piano per fermare le zanzare

Mai così diffuse e aggressive nel Sassarese: agronomo peruviano guida la controffensiva di Asl e Provincia

14 luglio 2012
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SASSARI. Sono ovunque e volano a bassa quota, colpiscono nel cuore della notte e in pieno giorno. Nel Sassarese spadroneggiano la aedes albopticus e la culisetta, la culex pipiens e la modestus, la ochlerotasus capsius e la coquillettidia, perfino qualche rarissima anopheles da tenere sotto controllo perché vettore della malaria. Tanti nomi buffi per definire almeno dieci specie di un unico fastidiosissimo insetto: la zanzara. L’esercito ha colonizzato il Sassarese senza che la popolazione facesse niente per arginarne l’avanzata, a parte qualche spruzzata di Autan. Adesso però scatta la controffensiva, a base di larvicidi e dosi massicce di insetticida.

La Provincia di Sassari e la Asl 1 hanno stretto un’alleanza di ferro per debellare il nemico, soprattutto la “zanzara tigre”, andando a stanarla per scongiurare nuovi contagi della “febbre del Nilo”. La notizia è stata data ieri dall’ente locale con un comunicato che sembra, appunto, una dichiarazione di guerra. «Intensificare il monitoraggio e incrementare il numero dei trattamenti di disinfestazione – si legge nella nota –. Sono le due parole d'ordine adottate da Provincia e Asl 1 nella battaglia ingaggiata congiuntamente per scongiurare la diffusione della Febbre del Nilo». «Dopo aver accertato la presenza del "West Nile" su un cavallo che appartiene a un allevamento privato – proseguono a palazzo Sciuti – , il settore Ambiente dell'amministrazione provinciale e il dipartimento di Prevenzione dell'azienda sanitaria hanno moltiplicato gli sforzi per impedire che il virus diffuso dalla zanzara tigre possa attecchire sul territorio provinciale».

Le squadre hanno già cominciato il lavoro di disinfestazione nelle zone individuate da Marciano Huancahuari, l’agronomo di origini peruviane che lavora nel laboratorio entomologico dell’Istituto sperimentale di risicoltura di Vercelli. Lo studioso ha selezionato le specie catturate nel Sassarese da una task force di personale tecnico della Provincia. Forti della esperienza del “cacciatore di zanzare”, la Provincia ha creato nuove stazioni di monitoraggio. Dall’esame è arrivata la risposta che ha spinto la Provincia e la Asl a convocare un “gabinetto di guerra”. Del resto le tabelle sulla presenza di focolai di “zanzara tigre” parlano chiaro: il paese più colpito è Valledoria, seguito a ruota da Alghero, Sorso, Porto Torres, Sassari, Castelsardo, Olmedo e Benetutti. «Dal monitoraggio – scrive Huancahuari – sono state accertate la presenza di dieci specie di zanzare. Da segnalare la presenza notevole di culex pipiens (vettore della Febbre del Nilo) in tutti i comuni monitorati e la presenza di “zanzara tigre” in undici dei tredici comuni sottoposti al monitoraggio». Solo le “ovitrappole” piazzate nelle campagne di Nule e Ozieri sono rimaste vuote.

«Le condizioni climatiche degli ultimi giorni, caratterizzate da temperature elevate – scrive preoccupata la Provincia –, hanno creato le condizioni ideali per il proliferare della zanzara tigre. Il caldo ha favorito l'accelerazione del ciclo biologico, rendendo necessario un tempestivo trattamento larvicida e di campionatura». I tecnici della Asl hanno messo a disposizione le proprie competenze per la individuare le zone dove le “tigri” e culex sono in agguato». Subito dopo è scattata la disinfestazione. Le zanzare non hanno scampo.

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