La Nuova Sardegna

la rabbia dei lavoratori

«Finora soltanto silenzi assordanti»

di Stefano Ambu
«Finora soltanto silenzi assordanti»

CAGLIARI. Il blitz in via Roma per bloccare il traffico è durato meno di cinque minuti, giusto il tempo di assistere a una inversione a U di un'automobilista che aveva paura di rimanere intrappolato...

27 luglio 2012
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CAGLIARI. Il blitz in via Roma per bloccare il traffico è durato meno di cinque minuti, giusto il tempo di assistere a una inversione a U di un'automobilista che aveva paura di rimanere intrappolato lì per chissà quanto tempo. Qualche parola dalla vettura che a occhio e croce non sembrava proprio di solidarietà alla protesta. E poi via verso viale Diaz. Manovra inutile. Perché la strada è stata subito liberata: tutti sotto i portici. Un po' di buon senso e un po' di paura delle multe, salate in questi casi, come era capitato ai colleghi del Sulcis Iglesiente. Si sono svegliati all'alba i circa cento lavoratori delle aziende del nord Sardegna, ma non volevano mancare all'appuntamento. «Siamo partiti alle 6.30 – spiegano subito dopo essere scesi da uno dei quattro pullman che hanno attraversato la Carlo Felice per arrivare al centro di Cagliari – ma è importante essere qui: molti di noi sono già fuori dal ciclo produttivo, altri rischiano di fare la stessa fine se non partono gli investimenti». Per molti di loro una trasferta bis nel giro di poche settimane: in tanti avevano sfilato con le bandiere e le bottigliette in mano (quel giorno c'era un caldo record) in occasione della Marcia per il lavoro. Maglietta e berretto arancione: i lavoratori della E-on sono ordinatissimi e si riconoscono al volo. Gli altri colori sono quelli della Cgil (che vince anche la "gara" per lo striscione più grande), della Cisl e della Uil. Protesta calma e civile. Ma rabbia e preoccupazione che crescono ogni giorno di più. «Ci devono dare delle risposte – grida un lavoratore – ma finora c'è stato solo un silenzio assordante». E allora scatta la legge del contrappasso. Per rispondere al silenzio denunciato dai manifestanti, molto chiasso, anche quello assordante. Tanto per il rumore nelle manifestazioni non c'è il rischio multe. Il fischietto è sempre in azione peggio del vuvuzela sound di "mondiale" memoria. E poi c'è il megafono. Che spara a tutto volume musica in limba. In mezzo ai manifestanti passano anche i turisti in vacanza, un po' intimoriti, un po' curiosi per quello che sta succedendo. What's happening, cosa sta succedendo chiede il più coraggioso. Ma non fa foto ricordo. Poi la protesta continua. Il chiasso diminuisce, qualcuno fa una pausa per andare al bar, altri, mentre la delegazione è dentro il palazzo, tirano fuori i panini. Poi il ritorno a casa. E le facce dicono tutto: missione compiuta, ma pronti a tornare se non dovessero arrivare risposte.

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