La Nuova Sardegna

Nord Sardegna alla Regione: «Ora i fatti»

di Gianni Bazzoni
Nord Sardegna alla Regione: «Ora i fatti»

Istituzioni e sindacati incontrano Cappellacci a Cagliari: «Non siamo periferia. Obbligate E.On al rispetto degli impegni»

27 luglio 2012
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CAGLIARI. L’ultimo avviso prima di un autunno che si preannuncia piuttosto caldo e in vista dello sciopero generale di tutto il territorio del Sassarese che sarà successivo agli Stati generali già previsti per settembre. Il nord-ovest della Sardegna, ieri mattina, ha bussato con decisione alla porta della Regione per chiedere «di non essere più considerato periferia della Sardegna». L’incontro – inizialmente previsto con il presidente della giunta Ugo Cappellacci – alla fine ha coinvolto anche il presidente del consiglio Claudia Lombardo e i capigruppo. Con qualche polemica che ha riguardato proprio ruoli, regole e sedi istituzionali nelle quali ricevere le delegazioni.

Alla fine un piccolo risultato è arrivato: il 3 agosto a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, il presidente Cappellacci e l’assessore all’Industria, Alessandra Zedda, parteciperanno a un tavolo tecnico sulla questione energetica sarda. Sarà quella l’occasione per riproporre con forza la questione di Fiume Santo e del misterioso voltafaccia di E.On, finora inadempiente sul progetto per l’ammodernamento del polo energetico del nord Sardegna.

Il tavolo, in verità, è in condominio con la vertenza Eurallumina, e la data era già stata concordata. Si tratta, quindi, di una estensione, con la speranza che il confronto possa servire davvero a smuovere dalle proprie posizioni la multinazionale tedesca. Successivamente ci sarà il coinvolgimento di sindacati e amministratori locali.

La delegazione dei lavoratori del nord-ovest della Sardegna, ieri mattina, era accompagnata proprio dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e da esponenti delle istituzioni, a cominciare dai sindaci di Sassari e Porto Torres, Gianfranco Ganau e Beniamino Scarpa, e dal presidente della Provincia Alessandra Giudici.

«C’era una intesa con il presidente Cappellacci – ha detto Ganau – perché si facesse portavoce delle esigenze del nostro territorio con il governo nazionale. Invece, dopo mesi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Non si può andare oltre».

Le organizzazioni sindacali, guidate dai segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, hanno chiesto fatti al governatore. Basta con le parole: «E.On non può continuare con questo balletto incredibile – ha detto Antonio Rudas, segretario generale della Cgil – serve una risposta certa. Se la multinazionale tedesca non fa l’investimento programmato deve andare via e pagare i danni». La linea è quella che porta alle posizioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva invitato a privilegiare le infrastrutture già autorizzate, le opere immediatamente cantierabili. E al ministro Corrado Passera ora si chiederà di mettere la parola fine alla telenovela con E.On che dura da troppo tempo. Quell’investimento da 700 milioni di euro è troppo importante per il territorio per poter essere cancellato nell’indifferenza generale.

Ma quello dell’energia è solo uno degli argomenti portati al tavolo della Regione: il Sassarese ieri ha chiesto anche garanzie per il piano di reindustrializzazione a Porto Torres, dove il tavolo per l’indotto del Petrolchimico è fermo da mesi e la sola chimica verde non basta a colmare una situazione devastante. Servono garanzie anche per le bonifiche. E la crisi del territorio, purtroppo, abbraccia quasi tutti i settori, con effetti terribili sul piano economico e sociale.

Il blitz in via Roma è una tappa intermedia. In assenza di risultati, la protesta andrà in crescendo fino allo sciopero generale previsto in ottobre.

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