La Nuova Sardegna

Il 17 settembre si torna in aula tra mille guai

Il 17 settembre si torna in aula tra mille guai

Centinaia d’ immissioni in ruolo garantite, ma tanti altri problemi restano ancora aperti in tutta l’isola

26 agosto 2012
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SASSARI. Tutto come sempre. O quasi. Dall’assistenza giudicata carente per i disabili sino alle proteste di chi resta fuori ruolo, dagli accorpamenti delle direzioni ai tagli nei sussidi didattici: la scuola sarda dal primo settembre riaprirà i battenti e da lunedì 17 riattiverà le lezioni con molti dei problemi di ogni inizio anno.

Si riparla d’inadeguatezze nei fabbricati, mancanza di sicurezza degli impianti, rischi per ventilate soppressioni di plessi. Questioni solo in parte mitigate dal recente provvedimento con cui 546 insegnanti sardi sono stati stabilizzati:perché nel frattempo cresce l’attesa tra il personale tecnico, amministrativo e ausiliario sullo stop al precariato. Per conoscere quale sarà la posizione dei numerosi dipendenti Ata bisognerà infatti attendere, con ogni probabilità, ancora diversi giorni. E non è per niente scontato che tutti possano trovare una sede.

Come ha sottolineato poco dopo l’annuncio ministeriale sulla stabilizzazione dei docenti Maria Domenica Di Patre (sindacalista nuorese appena riconfermata vicecoordinatrice nazionale della Gilda, tra i partecipanti alle trattative romane), le battaglie da intraprendere restano numerose. E lei di queste cose se ne intende, dato che di lotte fuori e dentro l’isola ne ha fatte tante, sempre in difesa della scuola sarda. Sul piano generale valutazioni di prudente attesa da parte di diversi sindacati autonomi e delle altre organizzazioni che rappresentano i lavoratori (insegnanti, bidelli tecnici e impiegati).

Critico nei confronti della situazione specifica dell’isola, con accuse di fuoco all’Ufficio scolastico regionale, è il segretario sardo della Flc Cgil. «C’è un’applicazione rigoristica dei regolamenti – attacca Peppino Loddo – Specie sulla costituzione delle classi e sulla sopravvivenza delle sedi. Già nel 2011 nell’isola ci sono state sforbiciate di posti molto superiori a quanto veniva richiesto da Roma. Oggi ci si muove sulla stessa linea e nel frattempo dalla Regione non arriva alcuno stop a queste strategie». «In troppi casi l’Ufficio scolastico non dà risposte alle richieste di tempo pieno che arrivano dal territorio, alimenta un pendolarismo esasperato, annulla le specialità formative e non garantisce agli insegnanti il sostegno dei collaboratori Ata», conclude il dirigente sindacale, che per tutti questi motivi preannuncia sit-in e altre azioni di lotta con la ripresa della didattica. (pgp)

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