La Nuova Sardegna

Cappellacci: «Conta l’unità dei sardi» Il Pd: «Pronti, ma...»

di Filippo Peretti
Cappellacci: «Conta l’unità dei sardi» Il Pd: «Pronti, ma...»

La politica si prepara al vertice di oggi e alle altre vertenze Passera: «Un impegno di mesi, anche sulle alternative»

10 settembre 2012
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CAGLIARI. Lo scontro resta durissimo ma nella politica regionale ritorna la parola «unità». Ieri, dopo l’appello dell’assessore Mario Floris, l’ha rilanciata il presidente Ugo Cappellacci. Il quale, alla vigilia del delicatissimo vertice romano su Alcoa, è stato esplicito: «Sì, è vero, sono preoccupato. Per questoi l’unità è fondamentale, forse non è mai stata necessaria come ora». Il Pd, con il segretario Silvio Lai, non si è tirato indietro ma ha avvertito: «Devono restare chiare le responsabilità di chi governa». Domani pomeriggio sarà Cappellacci a riferire al Consiglio regionali i risultati della riunione odierna al ministero dello Sviluppo economico e a fare il punto di tutte le altre vertenze industriali della Sardegna, da Vinyls a Ottana energia.

Ieri il ministro Corrado Passera ha ribadito che su Alcoa sarà «un impegno di mesi» e che bisogna lavorare anche per le «alternative». Parole che sembrano non aver rallegrato Cappellacci. Un esponente dello staff del presidente della Regione ha fatto notare che tre anni fa, quando al Mise c’era Claudio Scajola, il rapporto con Alcoa era molto più duro e la Regione si sentiva meno sola. Senza fare minimamente riferimento a questi retroscena, ieri Ugo Cappellacci ha commentato: «Non esistono alternative spendibili nell’immediato, abbiamo tutti il dovere, governo in primis, di traghettare l’esistente nel futuro». E ha spiegato: «Il piano Sulcis dà il senso della prospettiva, ma se non salviamo quello che c’è non arriveremo mai al futuro».

Dal giorno dell’appello-denuncia di Floris («stiamo sbagliando tutto, basta risse vervali, serve unità») la politica regionale ha abbassato i toni. Cosa ne pensa l’opposizione delle parole pronunciate ieri da Cappellacci? «Sulla crisi – ha spiegato Silvio Lai, che oggi sarà a Roma – pesano le responsanilità e le inadempienze di chi governa. Pensiamo, solo per fare un esempio, al modo vergognoso con cui la giunta regionale ha trattato il caso Carbosulcis. Ma di questo parleremo dopo. Ora, quando c’è da risolvere i problemi, serve uno sforzo collettivo. E il Pd, sardo e nazionale, sta facendo e farà la propria parte per fare gli interessi dei lavoratori e della Sardegna. Su queste battaglie serve coesione, anche se è sempre necessario distinguere tra le diverse responsabilità».

Domani il clima politico regionale, sicuramente influenzato dalle vicende nazionali in vista delle elezioni, sarà misurato dal dibattito in Consiglio regionale. Dibattito sollecitato dalle opposizioni, che hanno presentato diverse mozioni, primi firmatari i capigruppo del Pd, Giampaolo Diana, e di Sel e del gruppo misto, Luciano Uras. In apertura di seduta ci sarà l’intervento di Cappellacci. Il capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis, ha auspicato che nell’assemblea sarda non abbiano il sopravvento le ragioni di parte: «E’ il momento lavorare tutti assieme in difesa dell’isola».

Ieri l’assessore e segretario regionale dell’Udc, Giorgio Oppi, è stato l’unico tra i leader regionali ad avere l’opportunità di parlare al microfono dei lavori dell’Udc-Italia, a Chianciano. Ha rivolto un appello a tutto il partito perché anche in Parlamento si schieri in modo compatto sui casi Alcoa e Carbosulcis. E ha chiesto a Pierferdinando Casini di favorire, nel dialogo con il governo Monti, la positiva soluzione delle vertenze sarde. Per non dare l’impressione di difendere solo gli interessi del “suo” Sulcis, Oppi ha chiesto il consenso del partito sulle altre vertenze industriali, sui trasporti e sull’agroalimentare.

Il leader sardo dell’Idv, Federico Palomba, ha invece puntato ieri su un tema parallelo che riguarda il Sulcis-Iglesiente e si è rivolto al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, perché «il governo si adoperi per rendere immediatamente operativo il Parco geominearario della Sardegna dopo cinque anni di ritardi». Nel sollecitare la conclusione della procedura per la riforma del Consorzio del parco istituito nel 1997 proprio quando lo stesso Palomba era presidente della Regione, il deputato dipietrista ha detto che «è politicamente e socialmente inaccettabile che sia rimasta finora inascoltata la lunga protesta civile e non violenta di tanti cittadini che da anni chiedono alla Regione e al governo nazionale di fare semplicemente il loro dovere». E ha aggiunto: «Nella drammatica situazione del Sulcis Iglesiente, interamente ricompreso nelle aree del Parco geominerario, è ancor più sconcertante che in così tanto tempo non si sia stati capaci di cogliere la grande opportunità rappresentata dalla tutela e dalla valorizzazione dell'immenso patrimonio storico culturale e paesaggistico ambientale che la millenaria epopea mineraria della Sardegna ci ha lasciato in eredità. L'attività del Parco potrebbe dare sollievo ad un Sulcis-Iglesiente e a un'intera Sardegna oggi in profonda crisi e rappresenterebbe una risposta di riconversione ecologicamente pulita rispetto ad attività che un tempo hanno impegnato severamente il territorio». Palomba ha infine ricordato che Corrado Clini, da direttore generale del ministero, è stato parte attiva nell'istituzione del parco.

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