Certosa, esclusa la pista eversiva
Il falso pacco-bomba per Berlusconi, al setaccio le registrazioni delle telecamere
PORTO ROTONDO. Tre fogli scritti a mano, con un pennarello blu. Le minacce, generiche, che gli ignoti confezionatori del pacco lasciato sul cancello della stradina di servizio che porta al compendio della Certosa, sono da ieri sotto il microscopio dei carabinieri di Olbia, Sassari e quelli del Ros, ma tutti escludono finalità eversive. «Un gesto dimostrativo, una emulazione da non prendere sottogamba, ma l’episodio non viene considerato un atto eversivo», dicono gli investigatori, i quali, intanto stanno esaminando quanto è rimasto loro in mano: una scatola di scarpe, del nastro adesivo, una decine di petardi e gli scritti, senza alcun riferimento specifico e tantomeno rivendicazioni di sorta. Il pacco era stato lasciato, avantieri, davanti al cancello d’ingresso di diverse proprietà, ma il destinatario era noto: «per Silvio Berlusconi», diceva il cartello lasciato sopra la scatola di scarpe. Della vicenda si stanno occupando i carabinieri, i servizi, la Digos e la procura delle Repubblica di Tempio, segno più che evidente che è stata già esclusa la pista eversiva. Le indagini anti terrorismo, infatti, sono di competenza della Direzione distrettuale antimafia, dove alcuni magistrati si occupano di eversione.
Nel frattempo l’apparato di sicurezza attorno al compendio della Certosa è stato intensificato e sarà facile, in una Porto Rotondo ormai deserta, tenere sotto controllo l’intera area. I filmati delle decine di telecamere che registrano ogni passaggio sulle vie d’accesso al centro turistico sono al vaglio degli investigatori, che ritengono di poter individuare in tempi brevi gli autori del gesto.
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