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I Comuni sul lago Omodeo chiedono l’Imu
SEDILO. L'agenda istituzionale delle amministrazioni che vedono nel lago Omodeo un volano di sviluppo registra un rinnovato interesse per un'antica aspirazione: ottenere una congrua compensazione dei...
SEDILO. L'agenda istituzionale delle amministrazioni che vedono nel lago Omodeo un volano di sviluppo registra un rinnovato interesse per un'antica aspirazione: ottenere una congrua compensazione dei sacrifici imposti alle popolazioni della cintura circumlacuale nel nome dell'ammodernamento del settore agricolo. Questa volta la battaglia istituzionale si muove su un terreno inesplorato: la tassazione delle opere idrauliche che ricadono nei comprensori del Guilcier e del Barigadu, ma anche di tutte le infrastrutture connesse alla produzione di energia elettrica. Secondo i piani di nove Comuni, l'idea si tradurrebbe nella riscossione dell'Imu e delle annualità pregresse dell'Ici dovute da Enas, Enel e Consorzio di Bonifica dell'oristanese per i bacini idroelettrici e per le linee elettriche degli invasi. L'inedita battaglia istituzionale aveva preso le mosse a Tadasuni, dove a metà settembre si era aperta una tavola rotonda sulle potenzialità legate allo sfruttamento e alla valorizzazione delle acque interne. Nel corso di un successivo incontro gli amministratori hanno concordato una comune linea d'azione: esigere le imposte sulla proprietà dei bacini imbriferi e delle linee elettriche che ricadono nei comprensori di Sedilo, Busachi, Ula Tirso, Ghilarza, Aidomaggiore, Soddì, Tadasuni, Bidonì e Fordongianus. Un percorso intrapreso sulla falsariga della battaglia ingaggiata e vinta dal Comune di Ovodda, cui l'Enel ha corrisposto oltre due milioni e mezzo di euro di Ici. I sindaci sperano che questo precedente spiani la strada al successo, cui hanno fatto da apripista le giunte di Sedilo (che avanzerà analoga richiesta per la diga sul Taloro) e di Busachi, dove ricade anche lo sbarramento di Pranu Antoni, che insiste pure sul comprensorio di Fordongianus. Gli esecutivi guidati da Umberto Cocco e da Giovanni Orrù hanno affidato a un tributarista l’incarico di censire i beni immobili tassabili e di fare una stima del potenziale gettito fiscale.