La Nuova Sardegna

I cassintegrati sui banchi di scuola

di Paolo Merlini
I cassintegrati sui banchi di scuola

Corsi di formazione obbligatori nei Csl per imparare un nuovo mestiere e guardare al futuro con un minimo di speranza

06 novembre 2012
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NUORO. Tornano sui banchi di scuola a 35, 40 anni, in qualche caso a cinquanta. Sono uomini e donne sui quali la crisi economica pesa come un macigno, madri e padri di famiglia, figli maturi che vivono ancora con i genitori, persino qualche nonno: sono lavoratori, ormai definitivamente ex, in cassa integrazione in deroga o in mobilità. Un numero impressionante nell’intera Sardegna, circa ventimila, con la maglia nera per il Sulcis Iglesiente che da solo ne conta almeno un terzo.

Ogni mattina, per sei giorni la settimana, partecipano ai corsi di formazione nei Centri Servizi per il Lavoro(Csl), l’ultima spiaggia per chi tenta una nuova strada per rientrare nel mondo del lavoro. L’ultimo Csl ad aprire i battenti è quello di Siniscola, dove dai primi di ottobre si svolgono i corsi curati all’Ifold, uno dei maggiori enti che nell’isola si occupano di formazione professionale. In via Matteotti, in una palazzina che un tempo ospitava il liceo scientifico, alle 8 del mattino 54 corsisti (presto saranno trenta in più) fanno il loro ingresso e partecipano sino alle 14 alle lezioni delle materie più varie.

Molto gettonate, nella cittadina baroniese, le figure di “addetto alla realizzazione e conduzione di impianti termoidraulici”, ma anche “di impianti elettrici”. C’è interesse per la “realizzazione e manutenzione dei giardini” e per la bioedilizia. Ma vanno forte anche l’informatica e le professioni legate all’ambiente.

I quattro distretti. Il numero di ex lavoratori presi in carico, questo il termine tecnico, nel distretto di Siniscola, uno dei quattro della provincia di Nuoro (oltre al capoluogo ci sono anche Macomer e Sorgono), in realtà è ben superiore: sono 270, dei quali 156 uomini e 114 donne. Sono cassintegrati o lavoratori in mobilità del polo industriale, ormai in fin di vita, che aveva nel tessile il punto di forza: la chiusura diversi anni fa del calzificio Rosmary e quella più recente della Legler ha contribuito ad accrescerne le fila. Ma alcuni provengono anche da imprese artigiane, in particolare dell’edilizia. Il fatto che l’apertura del Csl di Siniscola sia avvenuto in ritardo, ha portato molti di loro a frequentare i corsi a Olbia, Budoni, Nuoro. Il perché è presto detto: la partecipazione ai corsi, che usufruiscono di fondi europei, è obbligatoria.

La fascia critica. I numeri, ancora una volta, aiutano a capire il fenomeno, che pure in provincia di Nuoro non è drammatico come nel Sulcis o in determinate aree del Sassarese. Qui il totale dei lavoratori in cassa integrazione in deroga è 1644, ai quali si aggiungono 434 in mobilità. Il maggior numero fa capo al Csl di Nuoro, dove i lavoratori presi in carico sono 898. A ciò ha contribuito la crisi dell’area industriale di Ottana, con la progressiva chiusura delle aziende più importanti. Gli uomini sono la maggioranza (562), e uno sguardo al dato suddiviso per età rivela la drammaticità del problema: tra le donne, per esempio, oltre il cinquanta per cento è tra i 35 e i 44 anni; tra gli uomini della stessa fascia d’età la percentuale è appena inferiore (il 43), ma è rilevante anche la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni (25,4%). «È questa l’area critica», dice Giuseppe Dessena, assessore al Lavoro della Provincia di Nuoro, ente al quale fanno capo le competenze in materia di Centri Servizi per il Lavoro (gli ex uffici di collocamento). «Parliamo di lavoratori per i quali il reinserimento è estremamente difficile», continua Dessena. Percentuali rispettate anche nei Csl di Macomer (con 234 lavoratori) e Sorgono (44).

L’orientamento. Una volta “in carico” ai Centri servizi, per gli ex lavoratori si apre la strada del cosiddetto Pai, cioè il piano d’azione individualizzato. Ciascuno di loro ha un colloquio approfondito con un Orientatore, generalmente un esperto di sociologia o psicologia del lavoro, e insieme individuano il percorso di formazione, cioè scelgono il corso, o i corsi, ai quali dovrà partecipare. Ne viene individuata la durata, che può arrivare a ottocento ore complessive di lezione, per un periodo di circa otto mesi. I corsi sono teorici («sin troppo», commenta un lavoratore all’uscita del Csl di Siniscola che si sta formando nel settore termoidraulico), ma prevedono anche stage in aziende preferibilmente del territorio e un esame finale che, nei corsi più completi, offre un titolo spendibile sul mercato europeo. Ancora sull’orientamento: nonostante l’elenco sterminato di corsi, la loro natura è stabilita da una mappatura del territorio, come spiega ancora l’assessore. «La Provincia assume un ruolo di osservatorio in modo da fornire risposte nonostante la grave difficoltà del momento economico», dice Dessena, che annuncia a breve un bando da un milione e 600mila euro per favorire l’occupazione con incentivi per le aziende di 15mila euro per ciascun lavoratore che verrà assunto per almeno 12 mesi con contratto subordinato. Un pacchetto che dovrebbe riguardare un centinaio di nuovi posti di lavoro.

L’indotto. Un effetto positivo dei corsi di formazione per gli ex lavoratori è l’indotto che creano, con l’assunzione dei docenti, spesso giovani laureati, e del personale di segreteria. «Riceviamo tanti curricula – dice Mariolina Fusco, direttrice regionale dell’Ifold – e scegliamo i docenti sulla base di severi criteri di competenza». Un valore aggiunto, dunque, che pesa anche sul piano della concorrenza nei bandi regionali per l’assegnazione dei corsi di formazione, in un settore che in passato ha visto una spesa incontrollata e, talvolta, fine a sé stessa. Tornando ai corsi, e all’obbligo di frequenza (in caso contrario, si perde il diritto all’assegno di cassa integrazione o di mobilità), va detto che questo agisce anche da freno al lavoro nero, un tempo molto diffuso: proprio a Siniscola è ancora vivo il ricordo dei tanti cassintegrati “tuttofare” della Solis, industria del caffè liofilizzato che negli anni Settanta aprì per pochi mesi, accompagnati di proroga in proroga sino alla pensione. Roba da guinness dei primati.

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