La Nuova Sardegna

Perdite tutt’attorno al depuratore

Perdite tutt’attorno al depuratore

Non sembrano liquami, possibili relazioni con le carenze nel servizio idrico

06 novembre 2012
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L’ASINARA.

Da che cosa dipende la ricorrente mancanza d’acqua a Cala d'oliva? Si fanno varie ipotesi, ma di preciso non si sa. Certo, ci sono strani fattori su cui riflettere. Uno, per ora tra i più allarmanti, è rappresentato dalle continue perdite a ridosso del depuratore, nell'entroterra appena dietro il borgo all'estremità orientale dell'isola. Sì, perché è sufficiente lasciarsi alle spalle per poche centinaia di metri l'ex villaggio di pescatori per capire che qualcosa non torna. Camminando verso l’interno, ci si ritrova in una stradina di terra battuta inondata, costellata di pozzanghere e rivoli che sbucano dal nulla. È la stessa viuzza che porta agli impianti di depurazione, oggi usati soltanto come vasca di raccolta dei reflui.

L'acqua sgorga dalla terra in più punti, nonostante nelle vicinanze non ci siano né piccoli fiumi né sorgenti. Da quando, qualche mese fa, la Provincia ha negato al Comune di Porto Torres una deroga alla deputazione perché l'intero stabilimento per trattare gli scarichi fognari non è più a norma, i liquami vengono in genere portati via con un autospurgo.

Ma adesso il blocco dei collegamenti (in passato garantiti dalla Delcomar con la motonave Sara D.) impedisce il trasporto all'Asinara di qualsiasi mezzo pesante. E se il Comune dovrà intanto studiare alternative per ripristinare la depurazione in attesa dei nuovi impianti, con ogni probabilità bisognerà che affronti da subito anche la questione insoluta delle inspiegabili perdite d'acqua.

Come non pensare infatti a una relazione tra la stradina inondata e la gravissima carenza nel servizio idrico registrata per l'ennesima volta all'ostello e nelle strutture di Cala d'oliva?

Un legame che sembra avvalorato da un fatto: l'acqua che liberamente si riversa sulla viuzza che conduce sino al depuratore scorre vicino alle tubature che ne portano altra agli impianti. E che pare confermato da un'ulteriore circostanza: sono in parte chiuse e inattive le condotte che durante l'uso effettivo del depuratore assicurano lo spargimento sul terreno circostante, su una collina, dei liquidi trattati. Tutt’attorno, non si respirano né miasmi né il tanfo che in genere segnano la presenza di scarichi fognari.

Dunque resta il mistero: da dove viene quell’acqua e quanto eventuali perdite incidono sul l’efficienza della rete generale?

In sostanza l'amministrazione di Porto Torres si trova in questo modo costretta ad affrontare due problemi. Uno, immediato, causato dalle perdite. E un altro, da risolvere comunque in tempi brevi, connesso allo smaltimento dei reflui. Il pericolo sotto gli occhi di tutti è che il vascone di raccolta e contenimento, già oggi quasi pieno, tracimi all’improvviso. E che i liquami possano finire nelle acque cristalline di Cala d'oliva (pgp)

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