La Nuova Sardegna

Porto Torres, traghetto piccolo: le merci restano in banchina

di Pinuccio Saba
Porto Torres, traghetto piccolo: le merci restano in banchina

La Bithia e la Janas, che si alternano sulla rotta per Genova, non bastano per soddisfare le richieste Partono solo i camion frigo carichi di prodotti deperibili, gli altri devono attendere o spostarsi a Olbia

22 novembre 2012
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PORTO TORRES. Ogni sera, sulle banchine del porto commerciale di Porto Torres, restano fra i 30 e i 40 semirimorchi perché né la Bithia né la Janas della Tirrenia Cin hanno la possibilità di smaltire le richieste degli autotrasportatori. I quali, inventadosi una sorta di codice d’onorecedono la loro prenotazione e fanno imbarcare per primi i camion frigo che trasportano prodotti alimentari deperibili – tutti Dop e Igt – mentre i Tir che trasportano le altre merci si spostano a Olbia, con la speranza di riuscire a trovare un imbarco per la Penisola.

Una situazione che ormai va avanti da mesi e che si è acuita dopo l’abbandono della tratta da parte di Gnv (Grandi navi veloci), nonostante le proteste delle società di autotrasporto, costrette a spostare i loro mezzi sulle rotte per la Toscana e il Lazio, anche quando le merci sono destinate all’Italia settentrionale o all’Europa meridionale. «Ogni giorno la richiesta di domanda di imbarco dal porto di Porto Torres, si aggira intorno a 1400-1500 metri lineari – è la denuncia del segretario della Filt-Cgil Arnaldo Boeddu –. Le due navi traghetto che si alternano a Porto Torres, la Bithia e la Janas, hanno a disposizione solo 800 metri lineari, del tutto insufficienti per la domanda del territorio. Inoltre, in questo periodo dell'anno, la questione si manifesta ancora maggiormente nelle giornate cadenti il mercoledì ed il giovedì. Infatti, in questi due giorni, le prenotazioni arrivano sino a sfiorare i 1800 metri lineari».

Eppure alla fine del mese di settembre Autorità portuale e Tirrenia Cin sembravano aver individuato una soluzione e cioè spostare sulla rotta Porto Torres-Genova i due nuovi traghetti Amsicora (nella foto) e Bonaria che adesso coprono la tratta Cagliari-Civitavecchia. I due traghetti, stessa stazza di Bithia e Janas ma diverso allestimento dei garage, possono caricare fino a duemila metri lineari, ma al momento viaggiano con un quarto del carico merci. L’amministratore delegato di Tirrenia Cin Ettore Morace aveva chiesto al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture l’autorizzazione a invertire la destinazione delle quattro navi, ma il ministero non ha mai risposto.

Una situazione che ha avuto pesanti ripercussioni sull’occupazione poiché la Compagnia portuale di Porto Torres ha dovuto far ricorso alla cassa integrazione, a rotazione, per tutti i dipendenti. Ma il rischio è che, se non si sarà un netto cambiamento di rotta, dalla cassa integrazione si passi alla mobilità e ai licenziamenti.

Lo spostamento del trasporto su gomma sul porto di Olbia nasconde altre due criticità. La prima strettamente economica poiché aumentano i costi di gestione delle aziende di autotrasporto, costi che non si limitano a un maggior consumo di gasolio ma che comprendono maggiori manutenzioni ordinarie e straordinarie (pneumatici) e maggiorazioni salariali per gli autisti. Senza scordare, infine, che Tir e autoarticolati finiscono per andare a intasare la Sassari-Olbia, contribuendo ad aumentare la pericolosità di un’arteria stradale ad alto rischio, come dimostra la lunga fila di croci che segna il centinaio di chilometri che separa Sassari da Olbia.

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