La Nuova Sardegna

Radioattività, rientra l’allarme nel Sulcis

di Giuseppe Centore
Radioattività, rientra l’allarme nel Sulcis

L’indagine dell’Arpas nelle discariche industriali di Iglesias e Portovesme rileva dati rassicuranti

02 febbraio 2013
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PORTOVESME. La Provincia di Carbonia rende pubblici i dati finali sull’indagine dell’Arpas alla ricerca di sostanza radioattive nella discarica attiva di Genna Luas e in quelle non più operative di Sa Piramide e S’Acqua e Sa Canna, questi ultimi due siti vicino alla Portovesme srl, mentre il primo è in territorio di Iglesias. Il commento della stessa Provincia, attraverso l’assessore all’Ambiente Carla Cicilloni, è di evidente soddisfazione. «Questi risultati tolgono dubbi e giuste preoccupazioni per la salute dei lavoratori e dei cittadini, soprattutto per il periodo antecedente all’installazione del portale radiometrico in ingresso alla Portovesme. Confermiano il nostro impegno per affiancare al portale aziendale anche uno a completo controllo pubblico». L’indagine dell’Arpas nasce da una richiesta del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri che agendo su delega della Procura di Cagliari voleva accertare se ci fosse inquinamento radioattivo nei luoghi dove la Portovesme srl scaricava i rifiuti. Nel passato, prima dell’introduzione del portale, non potevano esserci controlli sul materiale potenzialmente radioattivo che arrivava in Sardegna. L’indagine dell’Arpas è andata alla ricerca di tre radioisotopi che in teoria potrebbero trovarsi nelle discariche: il Cesio 137, il Cobalto 60 e l’Americio 241, ma sono stati cercati anche radionuclidi del potassio. Il primo soprattutto è comparso diverse volte nei materiali di risulta delle fusioni di ferro nelle fonderie del Nord Italia, proveniente da quelle che i tecnici chiamano sorgenti “orfane”, ovvero prodotti radioattivi a bassa intensità buttati tra i rottami ferrosi. I fumi inviati alla Portovesme venivano trattati nei forni per estrarre piombo e zinco e poi inviati alle discariche. In dieci giorni, ad aprile del 2011, i tecnici dell’Arpas hanno effettuato le misurazioni, prelevando acque di risulta dai pozzetti dalle discariche chiuse, e prelevando invece acque in profondità dall’unica discarica ancora attiva. Le conclusioni dicono che «da tutte le misure di campo effettuate sia con la tecnica della spettrometria gamma che con le misure in aria, non state rilevate contaminazioni dell’area indagata da parte dei radioisotopi... nessuno dei campioni presenta valori di concentrazioni superiori ai limiti». L’Arpas per rendere più credibile l’indagine ha diviso le discariche (tutte e tre imponenti, Genna Luas 1,5 milioni di metri cubi stoccati, Sa Piramide 2,5 e S’Acqua e Sa Canna 1,2 milioni) in quadrati di 30 metri su cui inserire le sonde e cercare con le apparecchiature la presenza di dosi gamma. Analogo intervento è stato fatto su aree lontane dal corpo della discarica. Tutti i risultati hanno dato esito negativo. Quei rifiuti non sono contaminati da radionuclidi.

@gcentore

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