La Nuova Sardegna

inquinamento nel sulcis

Radioattività, dubbi sulle indagini

di Giuseppe Centore
Radioattività, dubbi sulle indagini

Cremone (Idv) sollecita chiarimenti dopo i dati rassicuranti

03 febbraio 2013
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PORTOVESME. Il giorno dopo la pubblicazione dei dati sull’inquinamento da radionuclidi nelle discariche presenti e passate della Portovesme srl, il dibattito politico su quei numeri, sulla procedura adottata, e sulla tempistica, si accende. A dar fuoco alle polveri è il consigliere provinciale dell’Idv Angelo Cremone, che esprime forti dubbi, sia di metodo che di merito sulle indagini affidate all’Arpas. Il risultato che emerge da quelle campionature, eseguite in due settimane nella primavera del 2011, è che i valori di radioattività sono nella norma, sia nell’aria che nel terreno sottostante. Un risultato atteso, perché la radioattività nell’aria si sarebbe potuta rilevare solo in presenza di rifiuti contaminati negli strati superiori delle discariche. E questo presupporrebbe la presenza di contaminanti di recente scaricati; ipotesi che con i portali radiometrici installati da alcuni anni è da escludere. Ma se era abbastanza scontato non trovare radionuclidi nell’aria, non lo era per quelli nel terreno e nell’acqua, anche se la scelta di ridurre a pochi isotopi l’arco di ricerca potrebbe aver semplificato il lavoro.

Resta il fatto che le indagini risalgono a due anni fa, e renderle pubbliche adesso non è certo un servizio reso alla trasparenza, secondo Cremone. «Da oltre un anno avevo chiesto i dati, e solo due giorni fa ho potuto leggere le dichiarazioni dell’assessore Cicilloni: appena avrò l’intero report lo sottoporrò all'attenzione di esperti del settore, per avere un parere inequivocabile e terzo su metodo e tipo di campionatura eseguiti. Ora ho dubbi, considerato il tipo di scorie al piombo presenti nelle discariche indagate, che al momento difficilmente, con campioni di eluato o percolato, possano dare valide indicazioni, così come non so a che profondità sono state inserite, se lo sono state, le eventuali sonde radiometriche. È su questi punti che l’assessore deve delle risposte e consegnare la documentazione richiesta».

La non presenza di isotopi di alcuni radionuclidi mette una parola chiara sul rischio radioattività, anche se la modalità di indagine scelta per le analisi ha risentito delle caratteristiche dei campioni: «Non è possibile la rilevazione diretta della contaminazione sul meteriale abbancato (in totale oltre 3 milioni di metri cubi di rifiuti inquinanti) perché si dovrebbe perforare la copertura».

@gcentore

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