La Nuova Sardegna

Marea nera, a giudizio tre direttori E.On

di Elena Laudante
Marea nera, a giudizio tre direttori E.On

Devono rispondere di crollo colposo per lo sversamento nel golfo dell’Asinara di 36mila litri di olio combustibile

23 febbraio 2013
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SASSARI. Sul banco degli imputati, e non solo per i tagli di personale che hanno sollevato la reazione del Sassarese. Dal 20 giugno il colosso tedesco dell’energia E.On dovrà spiegare perché un oleodotto che collega la sua centrale di Fiume Santo alla banchina sul mare dell’Asinara era forato, con una giuntura interna rotta per il fluire di combustibile, funzione per la quale era stato, appunto, realizzato. Dovrà giustificare, la multinazionale, quei 36mila litri di olio scuro che l’11 gennaio 2011 invasero le acque di uno dei golfi più belli del Mediterraneo, lasciando sul litorale chiazze nere come la pece, poi faticosamente ripulite a spese della stessa società.

Il giudice dell’udienza preliminare di Sassari, Carla Altieri, ci ha pensato poco: una manciata di minuti dopo le 10.30 di ieri ha disposto il rinvio a giudizio per i tre direttori che si sono susseguiti alla centrale dal 2000, poco prima che la condotta sotto accusa venisse costruita (2003). Dal 20 giugno, davanti al secondo collegio del Tribunale, saranno in aula l’attuale direttore Marco Bertolino, 45 anni residente a Lodi, in carica dal 2004; e poi Salvatore Signoriello, 60 anni, direttore a Fiume Santo - quando era ancora Endesa Italia Spa - tra marzo 2000 e luglio 2002; seguito da Francesco Capriotti, 59 anni, al vertice dell’impianto dal 2002 fino all'8 settembre 2004.

Rispondono di crollo colposo (riferito alla rottura dell'oleodotto) aggravato dalla previsione dell'evento e deturpamento di bellezze naturali. Perché - stando alle indagini - nei rispettivi anni di direzione non avrebbero controllato a sufficienza l'oleodotto composto di due parti: all’esterno c’è la canala, risultata forata in due punti a causa di un difetto di fabbrica, ha stabilito il consulente tecnico della Procura. All’interno di questa passa, incrociandola, la condotta, dove scorre il combustibile incamerato dalle navi. È in questo punto che va individuata la prima causa della fuoriuscita di olio: filtrato dalle crepe di un tronchetto, una sorta di giuntura tra due parti di tubo, è poi fluito in mare passando dai due forni. Se per quanto riguarda la canala il consulente del pm Paolo Piras individua la causa dei due fori in un difetto di fabbrica, sulla parte interna l’ingegnere Luciano Cadoni chiarisce che «una corretta progettazione e, soprattutto, una corretta sistemazione degli ancoraggi delle tubazioni, avrebbero potuto evitare la rottura, insieme a controlli periodici di frequenza adeguata». È un passaggio importante questo. E ora vedremo perché. Ai tre imputati (difesi dai legali Giuseppe Conti, Paolo Dell’Anno e Gianluigi Poddighe) si contesta di «non aver provveduto ai controlli, alla manutenzione e all'installazione di idonei strumenti sull'oleodotto di collegamento della centrale con la banchina portuale», in modo da evitare lo sversamento durante l'approvvigionamento di combustibile come accadde invece l'11 gennaio.

Nel dettaglio, Capriotti e Bertolino (sostiene il pm) non avrebbero rispettato quanto previsto dal verbale di collaudo. Ma come rilevato dalla difesa, dopo il collaudo, le norme obbligano a controlli decennali, che in questo caso avrebbero dovuto essere eseguiti un anno dopo la perdita, nel 2012. Quindi i direttori - è sempre il ragionamento di E.On. - non avrebbero violato alcuna prescrizione. Eppure il pm è convinto che chi aveva la responsabilità di un impianto di tale entità, in un contesto così delicato e prezioso come il vicino parco dell’Asinara, avrebbe dovuto «controllare adeguatamente la canala - avevano scritto i giudici del Riesame - anziché assumere per buone le rassicurazioni delle imprese che avevano realizzato» la canala. In aula saranno parte civile i Comuni di Sassari, Stintino, Porto Torres, Castelsardo, Santa Teresa, Provincia e parco dell’Asinara, Wwf e altre associazioni tutelati dai legali Pierluigi Carta, Ivan Cermelli, Antonio Meloni, Nicola Lucchi, Giuseppe Masala, Francesco Carboni, Pina Zappetto, Giampaolo Mura, Paolo Cosseddu, Patrizia Foddai.

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