La Nuova Sardegna

A scuola per studiare il biologico sardo

di Pier Giorgio Pinna
A scuola per studiare il biologico sardo

Un progetto sugli alimenti nasce dalle sinergie tra una onlus e il Tecnico “Ruju” di Sassari

12 marzo 2013
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SASSARI. Prodotti ecobiologici made in Sardinia. Per certificare il marchio, già depositato alla Camera di commercio nel Nord Sardegna, nasce un progetto innovativo allargato al mondo della scuola. Tre i partner. In primo luogo, la onlus "Ugualmenteverde", che ha proposto l'iniziativa. In secondo luogo, l'istituto tecnico superiore "Salvator Ruju", sempre con sede a Sassari come la coop sociale. Infine, la società tedesca Erre Bio Pharma, che ha la sua filiale italiana a Melegnano, in Lombardia. Le novità sono legate al fatto che non si fa riferimento a esperienze assodate in ambiti differenti, come il Doc o il Dop. No, in questo caso, come puntualizzano i promotori, si parla invece di prodotti naturali contraddistinti da due caratteristiche: «L'assenza comprovata di sostanze tossiche e la contemporanea presenza negli alimenti di proprietà protettive per l'organismo degli esseri umani». Si partirà con il pane da grano duro, rigorosamente sardo. Si continuerà con altri cibi come marmellate, joddhu o yogurt e altri derivati del latte, tutti ancora una volta rigidamente dalle origini isolane. E gli studenti, forti della possibilità di accedere ai sofisticati laboratori didattici nella loro scuola, scenderanno in campo per fare le analisi e attestare lo scrupolo seguito nell'intera procedura. Mentre in contemporanea sarà lanciato un concorso pubblico d'idee. «Certo, gli scopi sono anche quelli di far conoscere la nostra cooperativa, il recupero e la valorizzazione della cultura alimentare sarda, la stessa divulgazione del nuovo marchio», precisa la presidente di "Ugualmenteverde", Maria Laura Fois, nutrizionista e studiosa delle tradizioni isolane su materie che continuano a suscitare un interesse crescente. «Il primo dei prodotti al centro del programma sarà di sicuro il pane _ prosegue – andremo innanzitutto a identificare la gliadina, una delle due sostanze proteiche che compone il glutine, attraverso i kit di ricerca fornitoci dalla società tedesca che collabora all'indagine. E punteremo ai test sulla quantità dei marcatori per ottenere le risposte ai fini delle certezze che intendiamo raggiungere sulla qualità sanitaria degli alimenti. Sin d'ora promuoviamo poi un concorso tra produttori, pubblici e privati, perché ci facciano pervenire campioni di pane a lievitazione naturale cotto a legna, su frementardzu o pasta madre (cioè la parte acidata che rimane tra una lievitazione e l'altra, ndr), la tipologia e le temperature dell'acqua usata nelle lavorazioni. Chi vorrà aderire può prendere contatti con ugualmenteverde@gmail.com".«Nonostante non contiamo su finanziamenti pubblici, potremo cominciare a operare concretamente già ai primi di aprile con le analisi di laboratorio a scuola _ sostiene Fois _ Nei mesi successivi attueremo quindi la seconda parte del progetto, finalizzata a standardizzare questo marchio di salute attraverso un sistemi per tentare di prevenire l'insorgenza di malattie come la celiachia o il diabete autoimmune. Attività sulle quali, prima di eventuali indagini epidemiologiche affidate a esperti e medici, ci darà una mano un laboratorio per la certificazione dei prodotti dell'università di Milano».«Gli alunni saranno ben felici di collaborare a un'idea che nell'istituto abbiamo già illustrato in queste settimane _ spiega il preside del tecnico Ruju, Simone Sechi _ In particolare, saranno chiamati a svolgere il lavoro nei laboratori per il progetto gli studenti delle ultime classi dell'indirizzo specialistico in biotecnologie sanitarie e ambientali». «Non è così escluso che attraverso quest'esperienza i ragazzi, finita la scuola, possano trovare un domani moderne prospettive di occupazione», conclude il professor Sechi.

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