La Nuova Sardegna

Pochi ricambi, forse già oggi la nuova giunta

Pochi ricambi, forse già oggi la nuova giunta

Intesa tra Cappellacci e il Pdl (entrano Contu e Locci), i Riformatori chiedono «garanzie sulle riforme»

13 marzo 2013
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CAGLIARI. Subito dopo lo spoglio delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, Ugo Cappellacci aveva annunciato l’azzeramento della giunta con l’obiettivo di formare uno squadrone da schierare nell’ultimo anno di legislatura. L’operazione sembra invece che si sia risolvendo con un mini rimpasto e con qualche complicazione politica.

Il mini rimpasto. Ieri nell’incontro con il gruppo del Pdl, Cappellacci ha concordato di sostituire solo i due assessori che alle elezioni che hanno cambiato casacca per le elezioni politiche: Giorgio La Spisa (passato a scelta civica) e Antonello Liori (ora con i Fratelli d’Italia). Al Bilancio, al posto di La Spisa, andrà Alessandra Zedda, attualmente all’Industria. Al posto di Liori (al Lavoro) ci sarà Mariano Contu, ex assessore all’Agricoltura. All’Industria andrà Giorgio Locci, un debuttante (ma non viene escluso che Contu e Locci possano scambiarsi gli incarichi).

Ieri nel Pdl c’è stato un giallo. Quando il presidente della commissione Cultura, Carlo Sanjust, ha detto che se Cappellacci avesse confermato i trasfughi il partito si sarebbe spaccato. Ma subito dopo il capogruppo Pietro Pittalis ha smentito che ci fossero rientri nel partito e nel gruppo.

Saranno confermati gli altri assessori del Pdl: Nicola Rassu (Urbanistica), Simona De Francisci (Sanità), Oscar Cherchi (Agricoltura).

E’ orientato a confermare gli uscenti anche l’Udc: Andrea Biancareddu (Ambiente) e Sergio Milia (Cultura). Conferma anche nell’Uds con Mario Floris agli Affari generali. Per i Riformatori dovrebbero rientrare Angela Nonnis (Lavori pubblici) e Luigi Crisponi (Turismo). Il condizionale in questo caso è d’obbligo perché anche ieri il coordinatore del partito, Michele Cossa, ha dichiarato che «il rientro in giunta avverrà solo se sarà sottoscritto da tutti in patto sulle riforme secondo l’indirizzo espresso dai sardi con i referendum. Al primo punto, naturalmente, l’abolizione delle Province.

Cappellacci ha scelto di risolvere la verifica con un mini-rimpasto perché si era reso conto che la situazione si stava complicando a causa delle tensioni post-elettorali. Dopo l’uscita del Psd’Az dalla giunta (Christian Solinas si è dimesso prima dell’azzeramento), c’era il rischio di un effetto domino. Il rischio di trasformare l’operazione rilancio in una nuova crisi politica ha spinto Cappellacci a concentrarsi più sulle priorità programmatiche che sull’annunciato rafforzamento dell’esecutivo con numerosi ricambi.

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