La Nuova Sardegna

Becciu: serve tempo per riformare la Curia

di Mario Girau
Becciu: serve tempo per riformare la Curia

Il vicesegretario di Stato vaticano: «Papa Francesco sta ascoltando tutti, poi imposterà un progetto»

01 maggio 2013
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ROMA. «Dopo avere parlato con il Santo Padre, posso dire che in questo momento è assolutamente prematuro avanzare qualsiasi ipotesi circa il futuro assetto della Curia. Papa Francesco sta ascoltando tutti, ma in primo luogo vorrà ascoltare chi ha scelto come consiglieri. Successivamente si imposterà un progetto di riforma...».

Con questa dichiarazione rilasciata all'Osservatore Romano, monsignor Angelo Becciu, sardo di Pattada, sostituto della Segreteria di Stato, invita tutti a fermare il “toto Curia”, gioco in queste settimane in voga dentro e fuori del Vaticano. La decisione presa dal Sommo Pontefice il 15 aprile scorso di dotarsi di una sorta di “consiglio della corona” – otto cardinali provenienti da tutti i continenti per «consigliarlo nel governo della Chiesa universale» e «studiare un progetto di revisione» della costituzione apostolica Pastor bonus che regola l'attività della Curia – ha aperto la porta a una ridda di voci su ipotetici spostamenti, trasferimenti, riorganizzazione degli uffici, andata molto oltre le intenzioni di Papa Bergoglio. Il Papa in questo periodo sta ascoltando tutti. Ma «in primo luogo vorrà ascoltare – ha dichiarato monsignor Becciu – chi ha scelto come consiglieri. Successivamente si imposterà un progetto di riforma della Pastor Bonus, che ovviamente dovrà percorrere un suo iter». La prima riunione del “consiglio della corona” è fissato per il 3 ottobre prossimo. La grande riforma curiale coinvolgerà comunque monsignor Angelo Becciu. Per conservarlo al secondo posto della Segreteria di Stato; per portarlo addirittura al primo; o anche per trasferirlo alla guida di una importante Congregazione. Una cosa è certa: anche Papa Francesco si è accorto che l'arcivescovo di Pattada conosce bene il suo mestiere e la sua missione.

Bergoglio si è speso molto, quotidianamente, nel corso delle sue brevi omelie, nella messa mattutina che celebra nell'Istituto Santa Marta, dove ha deciso di alloggiare in uno stile di grande sobrietà, per precisare senso e ruolo dei vari ministeri e servizi della Chiesa, compresi gli uffici individuati per facilitare e non complicare l'evangelizzazione e la missionarietà ecclesiale. Il 14 aprile Papa Francesco ha parlato dell'incoerenza che mina la credibilità della Chiesa: «Il Vangelo va predicato con la vita». Il 22 aprile ha affermato che «anche nelle comunità cristiane ci sono gli arrampicatori… Fanno finta di entrare ma sono ladri e briganti, rubano la gloria a Gesù». Il 23 aprile il Papa ha detto che «gli uffici sono necessari, tutto è necessario... ma fino a un certo punto».

Nella stessa omelia, ascoltata da un gruppo di dipendenti dello Ior, la banca vaticana spesso al centro di polemiche e inchieste, il Papa ha parlato anche del rischio per la Chiesa di diventare un po’ burocratica. In questo caso essa «perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una Ong. E la Chiesa non è una Ong. È una storia d'amore».

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