La Nuova Sardegna

Il Pd incassa e serra le fila «Vinceremo le Regionali»

di Umberto Aime
Il Pd incassa e serra le fila «Vinceremo le Regionali»

Oristano, il partito cerca di ricompattarsi dopo il terremoto delle Politiche Il neo senatore Lai: «Dobbiamo spiegare agli elettori perchè governiamo col Pdl»

04 maggio 2013
4 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. La paura di solito fa novanta,nel Pd, che in questi giorni non cova certo manie di grandezza, si ferma a dieci. Saranno dieci, o al massimo dodici, i componenti della segreteria regionale, che fra meno di due settimane Silvio Lai nominerà per traghettare il partito verso lidi più sicuri. A dare il mandato al segretario e ora senatore è stata, all’unanimità, la Direzione di Oristano. Era questa la prima riunione dopo il terremoto che ha travolto tutto, da Bersani fino a Prodi, e partorito quel governo (dobbiamo turarci il naso con tutte e due le mani, dice ancora una base sempre su di giri) dell’abbraccio col Pdl e Berlusconi. Ma chi pensava al sangue e arena, allo scontro senza scampo fra correnti o bande che dir si voglia, è rimasto deluso. Niente di tutto questo, anche se le schermaglie si sono viste, seppure misurate. È stata la paura di esplodere in volo, e il rischio non è ancora scongiurato, a far serrrare le fila a un Pd «oggi fragile – per usare le parole del segretario – ma voglioso di pace e soprattutto deciso a vincere le Regionali del 2014». Come, lo ha detto ancora il senatore: «Con un ritrovato rapporto fra il partito e i territori, fra il partito e la gente». Ecco perché nella segreteria che arriverà, ci saranno tutti e solo nomi forti, vecchi e nuovi. Forti non tanto secondo il peso delle tessere su cui possono contare, quanto per la «capacità che avranno di far navigare il partito in acque meno tempestose e in cui possa essere subito aperto un dibattito schietto ma costruttivo fuori dai protagonismi visti, rivisti e abusati questo ultimo mese». Con un secondo compito non da poco: spiegare agli elettori del Pd, come mai «ora governiamo insieme al Pdl, con quello che è il nostro avversario da vent’anni». Giusto, perché? «Perché eravamo e siamo, inteso come Paese, in uno stato di necessità», ha detto ancora il segretario, in una sala piena, ma non surriscaldata da questo o quel temperamento, e alla fine il sostegno a Letta e più è arrivato . In quel momento, Silvio Lai è stato abile nel richiamare i vari capi-bastone, ma anche l’uomo comune al senso di appartenenza, alla responsabilità, che si fondono nell’ultima parola d’ordine (stavolta condivisa) arrivata dal palco della sezione di Via Canepa: «Riappacificazione». Che deve nascere dall’interno, quasi fosse un sacro fuoco, di un Pd ora chiamato a scegliere fra due identità: «Essere un partito di governo – ha detto Lai – oppure uno spazio politico dove mischiamo tutto ma non sopportiamo neanche le diversità che esistono». Senza boati, ma con maturità la Direzione ha capito che se non «vogliamo finire a pezzi», non è questo il momento d’inseguire congressi straordinari e continuare nei processi sommari. No, la nuova segreteria dovrà portare il Pd oltre lo scoglio, farlo rialzare «rinvigorito verso le primarie di ottobre quando saremo chiamati a scegliere il candidato per le Regionali del 2014, che noi vogliamo vincere contro il centrodestra del fallimento e della demagogia». Di fronte a questo ragionamento, alla voglia «stavolta di vincere bene», era difficile che si scatenasse quella rivolta che aveva acceso invece i giorni delle primarie addomesticate da Roma, oppure della ribellione ai candidati imposti dalla segreteria per l’elezione del presidente della Repubblica prima del ritorno di Giorgio Napolitano. E infatti nel dibattito, in pochi e fra questi Tore Cherchi ha rilanciato la richiesta di «congresso immediato». È chiaro che sarebbe necessario, ma questo è «invece il momento in cui – sono state le parole di Roberto Deriu – dobbiamo metterci tutti a disposizione del partito». Anche il renziano Chicco Porcu, da sempre duro con Bersani e Lai, si è detto «disposto a seguire il percorso salvezza tracciato dal segretario». Un percorso però stavolta «partecipato», è stata la pretesa di Gianfranco Ganau: «Su troppi argomenti popolari, penso all’Imu, continuiamo a essere scavalcati dal centrodestra e anche da Grillo». Dunque, deve cambiare la gestione nei rapporti con l «nostro elettorato», hanno detto uno dopo l’altro Thomas Castangia e Simone Campus, i più giovani a essere saliti sul palco e decisi nel dire: «La svolta può esserci solo se riusciremo a esportare i concetti della politica fra la gente». Gente, ha ricordato Guido Tendas, che «ogni giorno bussa ai comuni per disperazione e chiede fatti non alchimie, con quelle nessuno mangia». Temi subito raccolti da Giampaolo Diana (la sinistra) e Franco Sabatini, (il centrosinistra) in questi giorni spesso ai ferri corti, ma che se ieri si fossero scontrati avrebbero decretato la morte istantanea del Pd: così non è stato. La direzione è stata riconvocata il 13 maggio a Oristano.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative