La Nuova Sardegna

Cig, intesa in Consiglio sindacati in piazza

di Alfredo Franchini
Cig, intesa in Consiglio sindacati in piazza

Si chiude oggi l’iter della Finanziaria con una serie di record negativi Cgil, Cisl e Uil contestano l’accordo di tutti i gruppi sulla cassa integrazione

15 maggio 2013
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CAGLIARI. Oggi arriva in porto la manovra finanziaria più anomala nella storia della Regione. Finanziaria da record, purtroppo tutti negativi: mai un esercizio provvisorio era durato sino a maggio, mai una giunta aveva rinunciato, (come avvenne sul finire dell’anno passato), a scrivere la propria finanziaria per avviare una battaglia con il governo sul patto di stabilità.

Il Consiglio regionale stavolta ha avuto un ruolo determinante: in aula la legge è stata riscritta in molte parti. Sulla revisione autarchica del patto di stabilità è stato fatto un prudente passo indietro, per evitare sanzioni, così come c’è stata la rinuncia a rimborsare l’Imu versata a vantaggio di una misura condivisa da tutti: il taglio al settanta per cento dell’Irap. Un dato positivo: rispetto ad altri anni, forse a causa della ristrettezza delle risorse, è stato evitato l’effetto-suk, il “mercato degli emendamenti”. L’ultimo ostacolo ha riguardato ieri l’anticipazione della cassa integrazione. Tema scottante perché riguarda la necessaria revisione del welfare regionale e soprattutto perché ci sono di mezzo migliaia di famiglie che campano con 700 euro al mese. Questione controversa perché, sulla Cig, è ancora una volta lo Stato a sottrarsi ai pagamenti per la cassa integrazione che scadrà a giugno.

Il governo Letta deciderà venerdì prossimo e la Regione ha avuto paura di anticipare somme ancora più elevate con il rischio di...non avere più il rimborso dallo Stato. Servivano una settantina di milioni per un anticipo del venticinque per cento, (su duecentoquaranta milioni totali), per ora dal Consiglio regionale ne arriveranno solo trenta. Il sindacato protesta e non accetta il discorso dei capigruppo di maggioranza e opposizione i quali sostengono che «è un segnale positivo di attenzione». Sull’anticipo della Cig, ieri, è stata battaglia quando i capigruppo hanno incontrato i segretari di Cgil-Cisl e Uil che si erano fatti accompagnare da quattrocento cassintegrati. Le risorse individuate saranno inserite sul Fondo nuovi oneri legislativi con una leggina che sarà portata subito dopo il voto finale di oggi. In pratica si tratta di una quota della compartecipazione che verrà chiesta dallo Stato alle Regioni per pagare gli ammortizzatori sociali, che in Sardegna vengono utilizzati da circa 30 mila lavoratori di diverse aziende in crisi. Accordo fatto tra maggioranza e opposizione e quindi tutti soddisfatti. «Un segnale positivo», lo definisce Pietro Pittalis (Pdl). «Il nostro emendamento aveva individuato più risorse ma la situazione drammatica ci ha imposto la mediazione», spiega Giampaolo Diana (Pd). «Una soluzione di responsabilità», afferma il presidente Ugo Cappellacci, «ora con lo stesso spirito e con determinazione auspichiamo uguale e maggiore sensibilità da parte dello Stato».

Soddisfazione non condivisa dal sindacato: «La scelta è del tutto insufficiente», dice Michele Carrus (Cgil), «è grave che il Consiglio non sia riuscito a trovare un accordo per restituire un po’ di serenità ai trentamila cassintegrati».

Battesimo di fuoco per Oriana Putzolu, alla prima uscita da segretaria generale della Cisl: «È più che mai necessario che il Consiglio non sottovaluti il dramma sociale dei lavoratori, il loro diritto al reddito non deve lasciare insensibile chi governa. La ragione della mobilitazione si mantiene». Linea condivisa anche dal segretario della Uil, Gianni Olla.

Se sulla manovra Finanziaria l’assemblea ha avuto un ruolo determinante, (almeno per quanto riguarda le scelte di fondo), questo non è avvenuto sul bilancio, a detta di Adriano Salis, (gruppo Misto): «Stiamo delegando alla giunta la gestione senza che il Consiglio possa esprimere un parere», ha detto. L’assemblea presieduta ieri prima da Mario Bruno e poi da Michele Cossa ha approvato in meno di trenta minuti ben trentanove articoli del bilancio pluriennale. Restano molti emendamenti ma oggi c’è la volontà di chiudere definitivamente il lavoro, porre fine all’esercizio provvisorio, tornare alla gestione consueta. E quindi ai problemi ormai cronici di un’amministrazione che dev’essere sburocratizzata se si vuole creare sviluppo.

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