La Nuova Sardegna

L’Authority denuncia gli speculatori dell’energia

di Umberto Aime

La relazione: «Nell’isola prezzi esagerati per far crescere i profitti dei fornitori» Pili (Pdl): «Il mercato è stato truccato». La replica di Terna: «Noi sempre corretti»

16 maggio 2013
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CAGLIARI. Cento e più euro a megawattora, ma in realtà il prezzo giusto era 73 euro e 50 centesimi. La differenza, 28 euro e spiccioli, nel 2012 è finita tutta sulle spalle dei sardi, costretti a pagare da una ventina di fornitori finali l’energia più cara d’Italia. È questa la scoperta sconcertante dell’Authority di vigilanza sul mercato libero. Dopo un anno di «istruttoria conoscitiva», martedì il garante ha pubblicato sul sito le conclusioni e confermato quanto in molti – dalla politica alla Confindustria, ai sindacati – dicono da sempre: nell’isola, il prezzo medio dell’energia è stratosferico, con una percentuale di rincaro che sfiora il 29 per cento ed è stato scaricato sulle fabbriche, sui padri di famiglia e su qualunque consumatore. Già questo basterebbe a far gridare allo scandalo, ma l’Autorità ha scoperto anche altro: i prezzi sono stati truccati da speculazioni organizzate da una sfilza di fornitori. È tutto scritto a pagina 41 della relazione finale inviata al ministero per le Attività produttive: «I dati raccolti nell’istruttoria – si legge – hanno confermato come molti fornitori (cioè le società che con Terna, gestore della rete, hanno firmato un contratto di acquisto di energia elettrica grezza) abbiano comprato megawattora sull’interconnessione fra Sardegna e penisola quando costavano poco e non erano richiesti, per poi rivenderli nelle ore in cui il prezzo era invece salito». Ecco dove sta la speculazione, in questo mercato sotterraneo, e i consumatori sardi, grandi o piccoli, sarebbero state le vittime di questo giochetto, così definito dal garante: «Hanno messo in atto una massimazione esasperata dei profitti». Anche se è ancora molto più duro e schietto il commento del deputato del Pdl Mauro Pili: «In molti hanno truccato i prezzi in Sardegna, ma anche nella penisola visto che, come sostiene il garante, questo meccanismo del compra-e- vendi ha avuto ripercussioni anche sul prezzo unico nazionale, con un sovraccosto di 4 euro a megawattorora fino a far aumentare il listino italiano da 70 a 74 euro». Per il parlamentare quella dell’Autorità è una decisione storica che «conferma – scrive – le mie denunce sui ricatti imposti alla Sardegna dai produttori di energia Enel ed E.On, e anche la complicità di Terna in queste storture del mercato isolano». Accuse subito respinte da Terna con questo comunicato: «La società ha agito sempre nel pieno rispetto delle regole e delle norme che regolano il mercato, con l’obiettivo di mantenere sempre la sicurezza e l’affidabilità del sistema elettrico regionale e nazionale». Controreplica di Mauro Pili: «Ho presentato un’interrogazione, perché il governo deve rispondere sul perché sia stata possibile questa speculazione che provocato un danno incalcolabile alla Sardegna e ai sardi». Nell’attesa della risposta da Palazzo Chigi, la relazione dell’Autorità per l’energia non rimarrà certo un’esercitazione accademica. Nella parte finale della relazione, c’è scritto: «La delibera servirà per eventuali prescrizioni necessarie a migliorare subito la gestione dell’interconnessione tra la Sardegna e la penisola da parte di Terna e per il monitoraggio del comportamento degli operatori-fornitori». Frase che Pili sintetizza così: «Ripristinare la legalità».

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