La Nuova Sardegna

Lotta alla povertà, meno soldi ai Comuni

Lotta alla povertà, meno soldi ai Comuni

La denuncia dell’Anci: «Il taglio all’Irap non è sufficiente a finanziare le azioni per le fasce più deboli»

24 maggio 2013
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CAGLIARI. «In assenza del Fondo per le povertà estreme i Comuni sardi saranno portati ad utilizzare il risparmio dell’Irap per le azioni di contrasto al disagio sociale». E nemmeno questo riuscirà a pareggiare i conti. A lanciare l’allarme sulla norma della Finanziaria 2013 che ha previsto la riduzione del settanta per cento dell’Irap per gli enti locali è l’Anci Sardegna che ha inviato una lettera ai presidenti della Regione, Ugo Cappellacci, e del Consiglio, Claudia Lombardo, e agli Assessori del Bilancio, Alessandra Zedda, al Lavoro, Mariano Contu, e alla Sanità, Simona De Francisci, chiedendo la convocazione di un incontro «finalizzato ad affrontare, e risolvere, i problemi che il comma produrrà nei Comuni, in particolare in quei centri di minore densità demografica».

«Dall’esame incrociato dei dati 2012 (stanziamenti ai Comuni per le povertà e pagamento Irap) risulta che se la norma venisse applicata creerebbe una forte sperequazione fra i grandi (con un forte incremento) e i piccoli Comuni (che verrebbero penalizzati) - hanno spiegato il presidente Anci, Cristiano Erriu, e il direttore dell’associazione dei comuni, Umberto Oppus. Per non restare nel vago Erriu ed Oppus hanno fatto l’esempio del comune di Nurri (Sarcidano, 2.300 abitanti circa) che aveva per il 2012 un gettito Irap pari a 35.914 euro a fronte di trasferimenti per le povertà di 52.992 euro. Sulla base di questi parametri, nell’anno in corso, Nurri avrebbe un risparmio di circa 25mila euro, perdendo in automatico 27.000 euro sul fronte di contrasto alle povertà». Secondo l’Anci, «il forte impatto negativo che si produrrà avrà, inoltre, effetti devastanti in un momento di grave crisi e disagio economico». Quindi tutti d’accordo sulla forte riduzione dell’Irap approvata per i prossimi due anni, (e se possibile per un taglio permanente) ma c’è da risolvere il problema della sanità. L’Irap è, infatti, un’imposta che fu introdotta dal ministro Visco con il proposito di finanziare il fondo sanitario. A questo proposito, Cgil-Cisl e Uil regionali hanno comunicato alla Regione che i sindacati non sono disposti ad accettare che le minori entrate derivanti dalla riduzione dell’Irap possano tradursi in eventuali tagli ai servizi socio sanitari o all’introduzione di nuovi ticket».

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