La Nuova Sardegna

«Separato e senza lavoro, è un inferno»

«Separato e senza lavoro, è un inferno»

Tante storie penose raccontate agli impiegati da chi cerca a fatica di superare le difficoltà

02 giugno 2013
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SASSARI. Storie di ordinaria povertà, quelle raccontate chi è indebitato e non sa più come pagare. Spesso precedute da perdita del lavoro, infortuni, fallimenti o malattie. E altrettanto spesso seguite da depressioni, stress, disagi psicologici, tentativi di farla finita. Con famiglie che si disintegrano. E l'insorgere di speranze legate a impossibili sogni di riscatto che generano dipendenze da videogiochi, alcol, stupefacenti.

Tutto questo, e molto altro, si può scoprire all'uscita da di Equitalia, per molti ultima meta di ore disperate nella ricerca di soluzioni per sopravvivere.

«Guai a divorziare», è l'amaro commento di un sassarese con un figlio a carico, più sollevato solo dopo esser riuscito a passare dal pignoramento di un quinto dello stipendio a una rateazione dei debiti. «Per me, senza un lavoro fisso a tempo indeterminato, sarà comunque durissima – aggiunge l’uomo andando via – Da quando mi sono separato, la mia vita è diventata un inferno anche dal punto di vista economico».

«Per tre giorni di fila, una donna non ha avuto il coraggio di avvicinarsi allo sportello-amico: vedevo che esitava e poi andava via, così alla fine mi sono avvicinata io da lei - racconta un'impiegata che lavora in questo particolare settore di Equitalia - Era una contadina che col marito si vergognava di non riuscire più a versare il dovuto per le difficoltà in azienda: abbiamo rateizzato tutto. Qualche giorno più tardi è tornata per accompagnare parenti con lo stesso problema: abbiamo risolto anche quel caso». (pgp)

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