La Nuova Sardegna

Cartello degli armatori, in arrivo una class action

di Luca Rojch
Cartello degli armatori, in arrivo una class action

Associazioni consumatori e Regione all’assalto di Moby, Snav, Gnv e Marinvest. E dal dossier dell’Antitrust emerge che il calo di passeggeri ha prodotto più utili

16 giugno 2013
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OLBIA. Un dossier feroce, in cui i numeri danno una dimensione oggettiva del caro traghetti che ha affondato la Sardegna. La ricostruzione presentata dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato è in un documento di 57 pagine con cui l'Antitrust inchioda le compagnie di navigazione. Nell’indagine che ha portato alla maxi multa da 8 milioni di euro si racconta passo dopo passo la genesi e l’evoluzione dell’intesa che ha portato le tariffe a schizzare del 65%, con punte dell'80%, in un solo anno. Tutte insieme, e tutte nello stesso momento. L’estate del 2011 per l’Autorità ha sancito il patto che ha cancellato la guerra dei mari.

La class action. Ora gli 8 milioni di euro di multa decisi dall’Antitrust, 5,4 milioni a Moby, 2,3 a Gnv e 230mila a Snav, potrebbero diventare spiccioli davanti allo spettro della class action. L’azione giudiziaria collettiva che potrebbe svuotare le casse dei giganti dei mari. Diverse associazioni di consumatori hanno già annunciato che preparano la battaglia legale contro Moby, Grandi Navi Veloci, Snav e la Marinvest, la holding che ha la maggioranza azionaria di Snav e Msc crociere, e ha il controllo azionario di Gnv. Anche la Regione ha annunciato che i suoi legali si preparano a chiedere i danni dai giganti del mare. «La Sardegna ha subito danni ingenti a causa della condotta del cartello degli armatori – dice il governatore Ugo Cappellacci –. I nostri legali stanno studiano tutte le iniziative da porre in essere affinché essi siano chiamati a rispondere fino all’ultimo centesimo per i loro soprusi». E c’è anche chi ha già monetizzato l’effetto cartello sui conti dell’isola. Per l’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi i 2 milioni di turisti persi tra il 2011 e il 2012 valgono mezzo miliardo di euro. «A cui si deve aggiungere tutto il suo effetto moltiplicatore verso l’indotto, costituito di produzioni agroalimentari, artigianali e del piccolo commercio. È auspicabile, oltre alla class action dei consumatori, anche quella delle imprese». Tesi sostenuta anche dal consigliere regionale della Base, Efisio Arbau, che martedì proporrà un ordine del giorno «per favorire un’azione giudiziaria di classe, che coinvolga migliaia di imprese sarde danneggiate».

Il dossier. Nella seconda metà del 2010 Moby, Gnv e Snav fanno tutti parte della Cin, la società che vuole comprare la Tirrenia. Secondo la tesi dell’Autorità in questa fase sarebbero avvenuti i contatti. La riprova sarebbe nel fatto che dal 2006 al 2009 le tariffe sono sempre calate. Nel 2010 il primo rincaro, nel 2011 c’è il boom. «Nel caso di Gnv, un documento che contiene una panoramica del business plan – riporta il dossier – individua in 60-90% la forbice degli aumenti praticati sulle rotte sarde. E evidenzia la previsione di una contrazione dei volumi nell’ordine del 20%. Anche un documento di Moby del febbraio 2011 mostra che la tariffa Best Offer praticata nel 2011 era stata aumentata da un minimo del 125% fino a un massimo del 177% rispetto al 2010».

Meno passeggeri, più utili. Ma a stupire è anche un altro aspetto. Nel 2011 i passeggeri crollano, gli utili volano. «A fronte di una consistente riduzione del numero di passeggeri trasportati, i ricavi dal traffico realizzati presentano un andamento opposto. Sono cresciuti sia nella stagione estiva 2010, sia, in misura maggiore, in quella 2011. Già nel 2010 i ricavi complessivi erano cresciuti di 2,8 milioni di euro». Il boom nell’estate 2011. «I ricavi sono pari a circa 4,3 milioni di euro sulla Civitavecchia-Olbia, più 9%, a fronte di un meno 23% di passeggeri, a circa 5 milioni di euro sulla Genova-Porto Torres, più 15% a fronte di un meno 19% di passeggeri, a 15,3 milioni di euro sulla Livorno-Olbia, più 34% a fronte di un meno 23% di passeggeri, e a 1,8 milioni di euro sulla Genova-Olbia, più 4%, a fronte di un meno 30% di passeggeri».

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