La Nuova Sardegna

CASTELSARDO. La Regione ha prorogato nei giorni scorsi il “progetto di ripopolamento attivo dell'aragosta rossa” mentre è stata modificata, su richiesta della marineria locale, la zona di ripopolamento sperimentale dell'astice.

Il programma di ripopolamento dell'aragosta, che andrà avanti per almeno altri 26 mesi, interessa, nell'area di Castelsardo, la zona marina nel Golfo dell'Asinara conosciuta dai pescatori locali come “Schina di cavaddu”, ora completamente interdetta alla pesca. Per il programma di ripopolamento sono state istituite cinque zone: costa settentrionale (Isola Rossa, Castelsardo), costa nord occidentale (Alghero, Bosa), costa centro-occidentale (Oristano, Cabras), costa sud occidentale ( Buggerru, Sant'Antioco) e costa sud-orientale (Capo Ferrato) dove potranno avvenire le operazioni di pesca, detenzione e immissione delle aragoste sottotaglia esclusivamente su imbarcazioni, e da parte di operatori autorizzati dal competente servizio dell'assessorato regionale all'Agricoltura.

Un recente successo della marineria di Castelsardo è invece la modifica dell'area di ripopolamento sperimentale dell'astice. La zona inizialmente individuata nel progetto era quella conosciuta come “Secca di Castelsardo”, ma con una raccolta di firme promossa dall'assessore comunale Daniele Gazzano i pescatori locali si sono espressi a favore di un'altra area, la cosiddetta “Zona relitto”. Recentemente l'assessorato regionale ha recepito le richieste delle marinerie castellanesi. «Entrambi sono importanti progetti, opportunamente riconfermati, che ci consentono di mantenere e proseguire la locale tradizione di pesca ai crostacei», afferma con soddisfazione l'assessore Gazzano.