La Nuova Sardegna

Contratti stagionali a picco Mille assunzioni in meno

La denuncia è della Cna: «Nel turismo crollano le aspettative delle imprese» Al collasso anche l’artigianato: «In sei anni saldo negativo oltre quota 8 mila»

11 luglio 2013
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CAGLIARI. A crollare è anche l’ultima speranza, quella di lavorare almeno da giugno a settembre. A denunciarlo è la Cna: nel secondo trimestre di quest’anno, i contratti stagionali sono colati a picco: meno 1.100 posti. Un anno fa erano 7.630, dopo dodici mesi superano a malapena quota 5.200. Nell’elaborare i dati dell’Ossertavario dell’Unioncamere, l’analisi del centro studi della Confederazione nazionale degli artigiani è ancora più drammatica se il confronto è sui flussi complessivi dell’occupazione. In questo caso, la perdita netta è di 30 mila posti in meno, con le richieste delle imprese isolane che dal 2008 al 2012 sono passati da 70 mila unità a poco meno di 40 mila.

Turismo in crisi. «Le aspettative delle nostre imprese sulla stagione turistica sono decisamente negative», è l’amara analisi di Bruno Marras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna. «Alla crisi che ha travolto il contesto economico nazionale – scrivono – e provocato la drastica riduzione degli arrivi turistici in Italia, si è aggiunto il trend negativo generale che nel 2012 ha riguardato anche la riduzione degli arrivi internazionali». Col risultato che l’abbo scorso e per la prima volta dopo sei anni, la Sardegna è scesa sotto l’asticella dei 2 milioni di arrivi negli alberghi». E con queste premesse, anche quest’anno le imprese si sono chiuse a riccio e diminuito le assunzioni stagionali, perché sono convinte che il numero degli ospiti continuerà a essere in calo.

Artigianato moribondo. Per Bruno Marras e Franco Porcu, è questo un altro settore al collasso. «Nonostante sia nota – scrivono – la tendenza del sistema della piccola e media impresa a conservare il personale anche nelle situazioni di difficoltà economica, la crisi purtroppo ha avuto e continua ad avere riflessi anche sul mondo dell’artigianato regionale». Secondo lo studio della Cna, negli ultimi sei anni il settore ha registrato un saldo negativo di oltre 8 mila occupati in meno, cioè il 25 per cento del totale regionale. Non caso, il peso occupazionale dell’artigianato in Sardegna è ormai al di sotto del 14 per cento. «È la conferma – scrivono i vertici della Cna – che la crisi continua a minare alle fondamenta la rete delle imprese artigiane».

Rete Imprese. Cambio della guardia al vertice di Rete Imprese Sardegna, l’associazione impegnata a valorizzare il gioco di squadra fra le aziende dell’artigianato e del commercio. Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio, ha passato il testimone a Bruno Marras, presidente della Cna. Che insieme ha ribadito: «La Sardegna vive una crisi economica e sociale molto più grave che in altre regioni, ma da parte della politica continuano a ad arrivare segnali contraddittori sul da noi auspicato “Patto di fine legislatura” per sostenere famiglie, imprese e occupazione». (ua)

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