La Nuova Sardegna

Patto di stabilità, bocciata la pagella romana

Patto di stabilità, bocciata la pagella romana

La Consulta dichiara l’incostituzionalità delle punizioni inflitte dal governo alle Regioni dal 2009 in poi

21 luglio 2013
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CAGLIARI. La Consulta questa volta ha dato torto allo Stato e spostato la bilancia del diritto a favore delle Regioni, Sardegna compresa. Con una sentenza pubblicata ieri, i giudici costituzionali hanno scritto che «non può essere il governo a sanzionare o premiare le Regioni, comprese quelle autonome, che sforano il Patto di stabilità». Dal 1994 – ribadisce la Corte – il potere ispettivo e di sorveglianza è affidato solo alla Corte dei conti, mentre «qualunque altro intervento metterebbe a rischio l’autonomia degli enti locali». Conclusione: è incostituzionale il decreto del 2009 con cui il governo Berlusconi aveva imposto una pagella, divisa fra buoni e cattivi, sulla gestione finanziaria da parte delle Regioni e delle Province autonome, col rischio che «anno dopo anno gli enti fossero puniti» e, in caso di sforamento, costretti a inserire subito in bilancio le «penalità (cioè soldi in meno da spendere) inflitte dal governo». Ora la Consulta ha rigettato questo meccanismo e fra i primi a esultare è stato il presidente della Regione, Cappellacci: «È un’altra nostra grande vittoria (fra i ricorrenti c’era la Sardegna) sullo Stato, che da un lato ci ha riconosciuto le maggiori entrate, ma dall’altro ci ha impedito finora e in maniera illegittima di spendere queste risorse in più». E proprio la sentenza di ieri è servita al governatore per ritornare sull’impugnazione da parte del governo Letta della riduzione dell’Irap, prevista nell’ultima Finanziaria regionale, a favore delle imprese. «Quella sarda – è stata la dichiarazione di Cappellacci – è diventata ormai una questione politica nazionale. È arrivato il momento in cui lo Stato inserisca l’isola nella propria agenda e che le dia la giusta considerazione con atti concreti». Uno dei primi atti potrebbe essere l’inserimento nel prossimo decreto «Del Fare», come proposto dal deputato Salvatore Cicu del Pdl, della revisione di quella parte dello Statuto che prevede la riduzione dell’Irap in Sardegna solo per le nuove imprese, mentre – è questa la modifica – deve essere ampliato anche alle esistenti. «Da domani quando comincerà il dibattito al Camere sul decreto è necessario – è stato l’appello del presidente – che ci sia un’azione congiunta dei nostri parlamentari, per vedere riconosciuta finalmente la nostra autonomia fiscale e bloccare così il ricorso del governo contro la riduzione dell’Irap». Ma è arrivata subito la presa di distanze del senatore Silvio Lai del Pd: «Se Cappelalcci pensa di chiamarci a raccolta in maniera estemporanea con piatti precotti di dubbia utilità, non sarà facile per lui trovare complici dei suoi disastri». A Lai ha replicato il portavoce di Villa Devoto: «C’è chi continua a fare la guardia del corpo del governo nazionale e non pensa ai sardi». Altro che fronte comune, continua essere scontro perenne. (ua)

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