La Nuova Sardegna

fara (confcommercio gallura)

Sconti alla chiusura? «Solo restare aperti salverà i benzinai»

Sconti alla chiusura? «Solo restare aperti salverà i benzinai»

OLBIA. Nella giungla degli sconti, del self service e delle politiche imposte dalle grandi compagnie petrolifere si consuma la parabola discendente dei benzinai, e delle decine di migliaia di...

25 luglio 2013
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OLBIA. Nella giungla degli sconti, del self service e delle politiche imposte dalle grandi compagnie petrolifere si consuma la parabola discendente dei benzinai, e delle decine di migliaia di lavoratori addetti alle stazioni di servizio. Oggi servirebbe una inversione di tendenza da parte della categoria e il richiamo arriva da Italo Fara, presidente della Confcommercio della Gallura, titolare di una stazione di servizio a Olbia.

«Chiudiamo tre giorni per non chiudere per sempre! – dice Fara – Questo slogan ha accompagnato gli ultimi scioperi dei benzinai quasi fossero obbligati a giustificare dinanzi all'opinione pubblica quel disagio che in realtà non hanno mai arrecato ad alcuno. Alle compagnie petrolifere che non perdono un litro e agli automobilisti, ampiamente e tempestivamente informati e riforniti. Alla fine lo slogan a effetto si è ribaltato contro gli stessi gestori, nel senso che la gente, l'opinione pubblica, i clienti, oggi preferiscono trovare chiusi i distributori. Alla fine, le dissennate politiche di sconto introdotte dalle compagnie petrolifere hanno fatto diventare i clienti inconsapevolmente carnefici dei gestori imprenditori e datori di lavoro».

Fara racconta cosa è diventato, oggi, il mestiere del gestore di un impianto distributore di carburante. E racconta le perplessità e la rabbia di fronte al popolo dei “selfisti” che ogni giorno «tentano di prevenire la disattivazione degli accettatori e che ritardano l’apertura perché in presenza degli operatori sta per venire meno il loro grande business. E per i benzinai la disperazione di erogare senza alcuna marginalità, con il gravame dei costi di forza motrice e di illuminazione, col rischio dell'incasso non coperto da assicurazione, con la beffa che potrebbero rimanere senza carburante da vendere con margine di guadagno per averne venduto troppo durante la notte o nel weekend. Ecco cosa è diventato il loro lavoro. Altro che lo slogan con il quale tentavano di spiegare i motivi di uno sciopero». Numeri alla mano, la crisi del comparto nel biennio 2011 - 2012 ha prodotto la perdita di 25 mila addetti. «Tutto questo – aggiunge Fara – nella totale indifferenza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. Una intollerabile distrazione che oggi non può essere ulteriormente consentita. Allora, i gestori provino a cambiare slogan e sistema. Stiano aperti per non dover chiudere. Limitino al minimo le chiusure con attivazione dell'accettatore di banconote e servano i clienti con gli impianti aperti e dandogli tutti i loro irrinunciabili servizi. L'equazione è semplice: se più si chiude meno si guadagna (o più si perde), vorrà dire che meno si chiude e più si guadagna. Elementare, e remunerativo. Allora ai gestori dico: aprite gli impianti. Riprendetevi i margini anche con qualche litro di carburante erogato in meno. Ma, soprattutto, riprendetevi la speranza di poterci essere domani».(m.b.)

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